Regioni: e se la Sardegna si sdoppiasse?
- Scritto da Effe_Pi
Una proposta della Società geografica ridisegna il territorio italiano in 36 regioni di cui due sarde.
Una regione Sardegna che si sdoppia in due e trentasei regioni completamente autonome in tutta Italia. È una proposta della Società geografica italiana, elaborata in collaborazione con il ministero per gli Affari regionali, per revisionare completamente l’assetto amministrativo del territorio. I “nuovi ambiti regionali”, dicono gli esperti, non escludono quelli attuali, ma li “ridefiniscono in ragione della dinamica degli eco-sistemi urbani quale fondamento della possibile competitività, della coesione economica e della valorizzazione dei contesti territoriali”. In Sardegna ci sarebbero quindi le regioni della Sardegna settentrionale, probabilmente con Sassari come capoluogo, e quella della Sardegna meridionale, che sicuramente manterrebbe Cagliari come suo centro.
Lo scopo è di 'ridisegnare' l'assetto territoriale, amministrativo e giuridico dell'Italia, con una riorganizzazione territoriale e un miglioramento dei servizi, a fronte di un abbattimento dei costi. L’Italia sarebbe quindi organizzata ''in regioni assolutamente autonome che possano legiferare in completa autonomia, in rispetto di quanto previsto dall'art. 5 relativamente alla promozione delle autonomie favorendo il decentramento amministrativo''. La proposta della Società geografica ''deve necessariamente accompagnarsi alla ri-scrittura costituzionale, unitamente alla ridefinizione dell'attribuzione alle nuove entità dei ruoli e dei poteri, in particolare di quelli legislativi. Si aggiungano gli effetti di questa attribuzione sul contenimento della spesa, i rapporti con la programmazione comunitaria, il contributo a una più efficiente e dinamica autonomia”.
Nelle regioni individuate, oltre ai nuovi confini geografici, si sono poi individuate diverse articolazioni interne: Aree metropolitane, Polarità Urbane (soglia di 90mila abitanti), Comunità territoriali. Questa ipotesi di riorganizzazione delle istituzioni locali porterebbe a distribuire la popolazione nazionale per il 36,3 % (21,6 milioni di abitanti) nelle Aree metropolitane, per il 9,2% (5,5 milioni di abitanti) nelle Polarità urbane e per il 54,5 % (32,4 milioni di abitanti) nelle Comunità territoriali. Oltre undici milioni di abitanti (circa un terzo della popolazione totale del paese) ricadrebbero in Comunità contigue alle Polarità urbane.