Fai: così il cemento distrugge la Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Convegno a Cagliari dell'associazione ambientalista che attacca eccessiva edificazione e nuovo Pps.
In Sardegna c'è “un consumo di territorio agricolo impressionante e ingiustificato". Durissima la presa di posizione del Fai (Fondo ambiente italiano), espressa dal suo presidente nazionale Andrea Carandini, oggi a Cagliari per intervenire al convegno nazionale dell'associazione al Teatro Massimo. Il cemento sta occupando sempre più coste e suoli agricoli dell’isola, che invece è necessario tutelare, come dimostrano i dati: nei 377 comuni dell'isola si registrano 802mila149 case, di cui il 57,31% nei centri costieri. Proprio nei litorali, poi, è presente il 73,43% delle case vuote oppure occupate soltanto per qualche settimana.
Carandini ha aggiunto che "bisogna cercare di limitare e arginare l'occupazione di suolo agricolo, tutelando le coste e anche i paesi, i cui centri matrice identificati dalla Regione sono in gran parte di straordinaria profondità storica”. L'edilizia sarda dunque “deve rivolgersi alla riqualificazione dell'edilizia storica, alla messa in sicurezza delle scuole e degli altri edifici pubblici", evitando nuove cementificazioni. Ad ascoltare le parole del presidente, purtroppo, non erano presenti i ministri dell'Ambiente, Andrea Orlando, e delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, entrambi invitati ed assenti come anche il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, promotore di modifiche al Piano paesaggistico regionale che sono duramente criticate dal Fai. Su quest’ultima assenza, polemica Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fai, secondo cui "bisogna fare qualcosa per la Sardegna, il presidente Cappellacci sarebbe dovuto essere qui a rispondere, ma non è venuto". Sul nuovo Piano paesaggistico, l’associazione ambientalista ritiene che in esso "si infrangono o si allentano le regole poste dalla legge Salvacoste nel 2004 e dal precedente Piano del 2006".
Il Pps permetterebbe quindi “di resuscitare tutte le lottizzazioni precedenti il 2004. Si tratta di progetti edilizi vecchi di anni, figli di una mentalità speculativa che la coscienza dei sardi più sensibili ormai rifiuta perché inutili allo sviluppo generale della regione". L'invasione capillare dell'agro con costruzioni svincolate dall'uso agricolo - il Pps consentirebbe la costruzione “di un manufatto con destinazione abitativa in un lotto minimo di un ettaro - è da rigettare non solo perché sottrae la terra alla sua destinazione naturale, ma perché manomette il territorio", E la direttrice regionale del Ministero dei beni culturali, Maria Assunta Lorrai, ha confermato che il Piano verrà impugnato: "A questo punto abbiamo chiesto all'amministrazione centrale di verificare la possibilità di una impugnativa costituzionale del piano. E ora il Ministero, ufficio legislativo e ministro, stanno valutando questa possibilità".