Alluvione: stanziati 25 milioni per l'emergenza
- Scritto da Effe_Pi
Venti vengono dal governo e 5 dalla regione, Letta promette anche deroghe al patto di stabilità per i comuni.
Al momento ci sono 25 milioni di euro di fondi per affrontare l’emergenza alluvione in Sardegna, che ha già provocato 18 morti e 2mila 700 sfollati. Venti milioni arrivano dalle casse del governo centrale, come ha annunciato il presidente del consiglio, Enrico Letta, al termine del consiglio dei ministri straordinario convocato per stamattina nel tentativo di affrontare l’emergenza nell’isola, dove il maltempo continua a imperversare. Altri cinque milioni sono stati stanziati dalla Regione Sardegna, mentre Letta ha proclamato anche lo Stato d’emergenza su tutto il territorio sardo: i soldi stanziati finora dovranno servire per “il salvataggio delle vite umane, l'assistenza alle popolazioni sfollate e il ripristino della viabilità, dato che c'e' un blocco drammatico che rende molto più complessi gli interventi". Il premier ha promesso anche un “allentamento del patto di Stabilità”, che per i comuni toccati sarebbe “una conseguenza assolutamente naturale".
I dati su quanto accaduto finora sono stati dati nel pomeriggio, durante un’informativa alla Camera, dal ministro dell’ambiente, Andrea Orlando, il quale ha parlato di oltre 600 interventi attuati fino a questo momento, con squadre che sono arrivate nell’isola provenienti dal Lazio e dalla Toscana, tra cui “36 unità dei Vigili del fuoco dotate di mezzi speciali per il soccorso acquatico e fluviale. Il numero totale dei Vigili del Fuoco impegnato nell'area è di 430 unità, con 92 mezzi e due elicotteri”. Proprio l’intervento del ministro in Parlamento ha suscitato rabbia e polemiche in Sardegna, per le sue difficoltà nel pronunciare e ricordare i nomi delle località più a rischio secondo la Protezione Civile, da Pischilappiu a Flumineddu fino a “Escaplano” (Escalaplano), ma anche per essersi limitato a leggere la relazione dello stesso dipartimento.
Ad attaccare la Protezione civile è Antonio Sanò, direttore del portale www.ilmeteo.it, il quale prevede “con certezza” nuove tragedie “se non aumenterà la coscienza del nostro dissesto idrogeologico e una maggiore sensibilità nei confronti delle previsioni meteo". L’alluvione era infatti stato previsto “con oltre 5 giorni di anticipo, grazie ai modelli fisico-matematici che oggi riescono a localizzare con elevata precisione spazio-temporale i fenomeni anche estremi” ma sarebbero “assolutamente inutili gli avvisi di allerta lanciati 12 ore prima dell'evento, così come alcuni organismi statali effettuano da anni, nascondendosi dietro una presunta imprevedibilità del tempo oltre i tre giorni di anticipo". Ribatte il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che rivendica come "il sistema di allertamento nazionale” abbia fatto il suo dovere, aggiungendo che sono infondate le accuse di ritardi nell'allerta e che quello di ieri è stato "un evento eccezionale", concludendo che "chi ha lanciato false accuse ne risponderà". Ma è lo stesso Gabrielli a lasciar intendere che invece sul territorio le responsabilità ci sarebbero, quando dice "ma chi doveva intervenire nel territorio se non il territorio? Chi doveva esserci la cavalleria?" e sottolineando che "la prevenzione senza la pianificazione è poca cosa" criticando anche "l'atteggiamento dei cittadini, che sono i primi attori di protezione civile” e in molti casi non avrebbero voluto abbandonare le loro case.