Un piemontese alla Rai Sardegna ed è scontro
- Scritto da Effe_Pi
Contestata da più parti la scelta per dirigere la sede cagliaritana della tv di stato di un giornalista proveniente da Torino che secondo le accuse sarebbe schierato con la Lega.
È scontro sul nuovo caporedattore della redazione Rai della Sardegna, che secondo indiscrezioni è stato scelto dal direttore della Tgr Alessandro Casarin nella redazione piemontese della tv pubblica: sarebbe Andrea Caglieris, già vice capo a Torino. Una nomina contestata da più parti, sia perché politicamente “schierata”, col nuovo responsabile della sede cagliaritana che sarebbe vicino alla Lega di Salvini, sia perché avrebbe prevalenza sulle candidature “interne” di due donne, Flavia Corda e Incoronata Boccia, entrambe da molti anni note agli spettatori sardi.
A schierarsi con decisione, mentre il tema diventa di quelli “caldi” da battaglia sui social, è stato il Partito Democratico, anche a livello nazionale: "l'imposizione al Tgr della Sardegna di un caporedattore proveniente dal Piemonte è un pessimo esempio di lottizzazione della peggior specie, un'offesa alle competenze e anche alla valorizzazione di percorsi di crescita interna all'interno dell'azienda Rai, un inno alla discriminazione di genere. Un capolavoro degno di tempi oscuri", ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Cultura a Palazzo Madama, senatore Rampi.
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D’accordo il suo collega e compagno di partito Francesco Verducci, della commissione di vigilanza Rai, secondo cui "Il direttore del Tgr fa scempio di ogni prassi e deontologia e impone, evidentemente per ragioni di appartenenza politica all'area politica vicina alla Lega di Salvini, un suo uomo sbarrando la strada alla naturale promozione di una delle due attuali vice donne. Uno scempio che dimostra come in Rai spadroneggi ancora una mentalità colonizzatrice, per mere questioni di appartenenza partitica, in sfregio alle regole del servizio pubblico. Se l'Ad Salini esiste ancora - conclude Verducci - intervenga e stoppi questo insulto".
E contro la nomina è anche Giulia, associazione delle giornaliste della Sardegna, che condanna "con forza ogni tentativo di lottizzazione politica delle redazioni, specie se si tratta di reti pubbliche come la Rai, indipendentemente dai banchi, governativi o dell'opposizione da cui provengano le segnalazioni e le pressioni". Lungi dall'entrare “nel merito di scelte fiduciarie, Giulia auspica che anche nella descrizione di vicende legate alla professione e alla carriera si utilizzi un linguaggio che rispetti la donna e non contenga alcun ambiguo accenno a legami familiari".
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