MATTEOTTI E ZUDDAS ANTIFASCISTI DA RICORDARE
- Scritto da Effe_Pi
Ricordi storici e voto amministrativo si mescolano a Roma e in Sardegna.
Nella giornata in cui Roma e molte altre città italiane si “liberano” dalla destra col voto amministrativo, si celebra il martirio del più famoso tra gli avversari politici trucidati dai fascisti, il socialista Giacomo Matteotti, ma anche del carabiniere eroe della resistenza Enrico Zuddas, originario di Dolianova.
Quest’ultimo faceva parte dell'organizzazione clandestina dei Carabinieri (Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri) impegnata a Roma in azioni contro gli occupanti tedeschi. Pochi giorni prima della liberazione della Capitale, egli (che aveva il compito di scortare il generale Angelo Odone, capo di stato maggiore del Fronte), reagì a un agguato contro l’ufficiale uccidendo due poliziotti nazifascisti ma venne a sua volta colpito, morendo il 9 giugno 1944 all’ospedale Santo Spirito.
Matteotti era stato invece assassinato sempre a Roma esattamente vent’anni prima, il 10 giugno 1924, dopo aver pronunciato un famoso discorso (il 30 maggio) alla Camera dei deputati, per contestare i risultati delle elezioni del mese prima. Il deputato socialista denunciò una serie di violenze, illegalità e abusi commessi dai fascisti per vincere le elezioni, con toni molto duri:
« [...] Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. [...] L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. [...] Per vostra stessa conferma (dei parlamentari fascisti) dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà... [...] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse».
In alcune città, soprattutto a Roma, dove cinque anni fa sulle scalinate del Campidoglio si festeggiò l’elezione del sindaco ora uscente, Gianni Alemanno, con il saluto romano, il voto ha assunto connotati fortemente antifascisti, e nonostante la bassa affluenza una parte consistente della città vede la vittoria di Ignazio Marino come una liberazione. La stessa connotazione che possono assumere risultati come quello di Imperia, feudo dell’ex ministro berlusconiano Claudio Scajola, dove dopo vent’anni vince il centrosinistra, e quello di Treviso, dove al termine di due decenni di amministrazione leghista, affidata al sindaco “sceriffo” anti immigrati Giancarlo Gentilini, prevale Giovanni Manildo del Partito Democratico. In Sardegna, invece, parziale riscatto del Movimento cinque stelle, che prende Assemini con Mario Puddu, mentre a Iglesias prevale il candidato del centrosinistra Emilio Gariazzo.