Pubblicità per Dell'Utri: Corriere sotto accusa
- Scritto da Effe_Pi
Il quotidiano milanese accetta una pagina di solidarietà dagli "amici" del politico condannato in via definitiva per mafia, ed è polemica.
Il “Corriere della Sera” pubblica una pagina pubblicitaria a favore di Marcello Dell’Utri, acquistata dagli “amici” del politico condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, ed esplode la polemica. La pagina a pagamento è stata pubblicata oggi su quello che molti considerano il più autorevole quotidiano italiano, ed ha suscitato la rabbia del comitato di redazione del giornale milanese, come di molti osservatori del mondo dei media e della politica: nell’articolo dal titolo “al tuo fianco, Marcello”, una serie di messaggi di solidarietà all’esponente siciliano condannato a 7 anni e di recente estradato in Italia dal Libano, con frasi come quella di Gabriele Buora, che parla di un Dell’Utri da anni impegnato “pressoché per intero nella difesa di se stesso e all’impari lotta contro un sistema che un coniabile neologismo può tentare di descrivere in sintesi: invodio, una sorta di squallido ma potente tutt’uno tra invidia e odio ad personam rivelatosi devastante”.
Non la pensa così il Cdr del Corriere, che con un comunicato ha spiegato di ritenere “molto grave la scelta compiuta dalla direzione di accettare passivamente un’intera pagina pubblicitaria acquistata dagli amici di Marcello Dell’Utri”. Senza entrare nel merito dei sentimenti dei conoscenti di uno degli uomini più vicini a Silvio Berlusconi, il comitato ritiene che “sarebbe stato più opportuno rifiutare la pagina pubblicitaria. È comunque inaccettabile che la direzione del Corriere della Sera abbia deciso di pubblicare un testo simile senza sentire quantomeno il bisogno di prenderne le distanze”. La scelta, per altro, entra “in contraddizione con quanto il Corriere scrive spesso, vale a dire che queste forme di comunicazione con detenuti condannati per mafia possono trasformarsi in pericolose interferenze su indagini in corso e contribuire a creare un clima di discredito nei confronti dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine impegnati contro la mafia”.
In un periodo già cupo per la stampa italiana, tra gli attacchi violenti della politica e scelte di editori, sindacato e governo che sembrano condannare precari e freelance a un futuro sempre più da fame, ci mancava la pagina a favore di un condannato per mafia sul primo quotidiano della borghesia italiana: tra i firmatari, ricorda lo stesso Corriere, chi ha lavorato “con Dell'Utri a Publitalia '80 o alle attività culturali ed editoriali, dalla Fondazione biblioteca di via del Senato al settimanale Il Domenicale. Da Niccolò Querci, consigliere Mediaset e vicepresidente di Publitalia '80, assistente di Silvio Berlusconi negli anni Novanta, ad Alessandro Salem, direttore generale dei contenuti Mediaset e braccio destro di Pier Silvio Berlusconi. L'ex direttore del Domenicale, Angelo Crespi, lo ringrazia come editore, mentre altri ricordano conversazioni e interventi alla biblioteca di via Senato". Scrive ancora il Corsera che si leggono, tra le altre, "le firme del cugino dell'ex senatore, Massimo Dell'Utri, professore all' Università di Sassari, e della Bacigalupo di Palermo, la squadra di calcio dilettantistico fondata da Dell'Utri nel 1957, oltre che del deputato di Forza Italia, Massimo Palmizio". Un paragone forte è quello lanciato su Facebook dal giornalista dell’Espresso, Emiliano Fittipaldi, scrivendo che è “come se il ‘New York Times’ pubblicasse una pagina a pagamento con scritto "Tieni duro, Gambino (l'erede di Al Capone)”.