Droghe: morto a 88 anni l'inventore dell'Ecstasy
- Scritto da Effe_Pi
Il chimico americano di origine russa Alexander Shulgin, morto oggi, ha sintetizzato l'Mdma e altre 200 sostanze psicoattive.
Muore l'inventore dell'Ecstasy che arriva però fino a 88 anni, mentre un nuovo studio americano dice che la marijuana provoca l'insonnia, al contrario di quello che pensano la grande maggioranza dei fumatori. Alexander Shulgin, chimico americano di origine russa considerato il "Godfather of ecstasy", padrino dell'Mdma, era nato a Berkeley, in California, nel 1925 e ha scoperto, sintetizzato e provato sulla sua pelle oltre 200 sostanze psicoattive, tra cui anche la metanfetamina che sta alla base della droga comunemente nota come "XTC". Shulgin se n'è andato dopo una lunga malattia provocata da un cancro al fegato. A dare l'annuncio della sua morte è stata la moglie Anna tramite la sua pagina Facebook: lo scienziato è deceduto "tra amici e parenti" con il sottofondo di "musica da meditazione buddista". L'Mdma venne brevettata già nel 1913 dalla compagnia tedesca Merck, forse come pillola dimagrante, poi abbandonata a causa dei suoi effetti collaterali.
Durante la prima guerra mondiale la molecola venne somministrata ai soldati per ridurre la fame, la sete e la paura. Ritornò alla luce nel 1953, quando l'esercito americano provò una serie di droghe per applicazioni militari (le dicerie dicono come siero della verità). Il padre dell'Mdma è appunto Alexander Shulgin, biochimico inventore tra l'altro di un famoso insetticida, che la sperimentò su di sé e su un gruppo ristretto di amici. Si presentava già allora come un tipo aperto, che non cercava di fare proselitismo e, grazie alle sue conoscenze, continuò per tutta la vita indisturbato le sue ricerche. Nel 1985 i mass media sollevarono la questione attorno all'ecstasy e la Dea, l'agenzia federale antidroga americana, ne proibì l'uso per un anno per decidere quale atteggiamento adottare nei confronti di questa droga, nell'attesa di ulteriori studi su di essa. In Italia è illegale dal 1988. Secondo Shulgin "ogni droga, legale o illegale, ha un vantaggio. Ogni droga presenta dei rischi. E ogni droga può essere abusata. In definitiva, credo che stia ad ognuno di noi mettere su una bilancia il vantaggio rispetto al rischio e decidere quale pesi di più. I vantaggi hanno un ampio spettro. Possono includere cose come curare malattie, lenire il dolore fisico o emotivo, intossicazioni e rilassamento. Certe droghe - quelle conosciute come psichedeliche - permettono un aumento nell'introspezione personale ed un'espansione degli orizzonti mentali ed emotivi. Anche i rischi sono svariati, spaziando da danni fisici a disturbi psicologici, dipendenza, e violazione della legge".
Se l'Ecstasy non sembra aver avuto effetti troppo negativi sul suo inventore, invece secondo un nuovo studio l'uso della marijuana peggiora la qualità del sonno. In base allo studio condotto dalla University of Pennsylvania di Philadelphia, una storia di consumo di cannabis è associata a un aumento delle probabilità di avere difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno e a un sonno che non riesce a ristorare e che provoca sonnolenza durante il giorno. La più forte associazione si sarebbe riscontrata tra gli adulti che hanno cominciato a fumare marijuana a 15 anni, che hanno, per esempio, il doppio delle probabilità di avere gravi problemi a prendere sonno. Lo studio ha coinvolto adulti in un range d'età di 20-59 anni che hanno risposto, nel 2007-2008, alla National Health and Nutrition Examination Survey. I partecipanti complessivi sono stati 1811: i risultati suggeriscono che iniziare a usare marijuana in adolescenza può comportare un più alto rischio di manifestare successivamente sintomi di insonnia.