Uscire dal buio: comunicare con un sordocieco è possibile?
La comunicazione è la base del rapporto che si instaura fra gli esseri umani ma è più difficile con chi si trova ad affrontare problematiche come sordità o cecità.
Il linguaggio è un elemento di vitale importanza che viene inevitabilmente complicato relazionandosi con persone affette da gravi patologie, in particolare se sordocieche. In Italia, 190mila soggetti - lo 0,3% della popolazione - soffrono di questa malattia invalidante: il rischio enorme è quello di creare una spirale di isolamento e allontanamento, senza riuscire davvero a “far uscire dal buio” i bambini e gli adulti coinvolti, migliorandone il benessere. Comunicare per loro e con loro è fondamentale, come lo è affidarsi a professionisti seri.
Come aiutare concretamente un sordocieco?
Nel mondo esistono tantissimi bambini e adulti sordociechi che devono essere sostenuti sia affettivamente che economicamente nelle cure di cui hanno bisogno. Di recente anche la Serie A di calcio si è spesa per aiutare i ragazzi sordociechi, proprio per sensibilizzare sull’argomento.Tre sono le alternative concrete con cui fare la differenza:
- i corsi per volontari: per chi vuole, in prima linea, aiutare concretamente i ragazzi o i bambini sordociechi c’è un assoluto bisogno di formazione. Fondamentale imparare le basi della comunicazione non verbale, lo strumento con cui rompere la barriera di silenzio e isolamento che troppo spesso colpiscono le persone sordocieche. Il tatto risultato fondamentale per loro, ogni tocco può essere comunicazione di un bisogno, di una richiesta, o semplicemente di affetto e accoglienza;
- Donare è fondamentale: un altro sostegno altrettanto concreto consiste nell’affiancarsi a persone che abbiano a cuore le sorti dei sordociechi. Un passo importantissimo che consente di contare sui fondi sufficienti da investire nella ricerca e nel sostegno alle famiglie, senza dimenticare la garanzia di un miglioramento effettivo sul piano psicologico dei soggetti coinvolti. Il metodo più semplice e concreto con cui fare attivamente la differenza sono le donazioni, che permettono di aiutare enti come la Lega del Filo d’Oro, per esempio: dal 1964 si occupa di bambini, ragazzi ed adulti con patologie plurime per provare a garantirgli un futuro;
- Dichiarare il proprio sostegno: Oltre alla donazione una tantum, e a quella periodica, si può decidere anche di intervenire in maniera diversa attraverso il 5X1000, che è possibile destinare all’ente prescelto in occasione della dichiarazione dei redditi annuale. Un modo ulteriore per dimostrare vicinanza e aiutare chi ne ha davvero bisogno.
Come comunicano i sordociechi?
I sordociechi sono soliti comunicare impiegando come canale sensoriale prediletto il tatto:
- i codici vanno dal più semplice al più complesso e sono pensati per esprimere concetti che vengono sviluppati come se il palmo della mano fosse un foglio bianco, nel caso della “tecnica Malossi”;
- il LIS tattile si compone anche della comunicazione comportamentale, con cui usare consapevolmente il linguaggio del corpo;
- la comunicazione oggettuale permette di dare un significato alle cose del mondo esterno, creando una via espressiva privilegiata;
- la comunicazione pittografica - per persone con un residuo visivo - si serve dell’arte e di cartellini appositamente disegnati;
- la dattilologia, infine, si compone di specifici movimenti delle dita con cui è possibile comunicare concetti di varia natura (emozioni, oggetti ecc.)