Itinerari: 25 giorni tra Guatemala e Belize
Uno stupendo itinerario di quasi quattro settimane in questi due affascinanti paesi del centro America, tra città coloniali, cultura Maya e uno splendido mare per le immersioni.
A cura di: Marco Tartaglia |
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Il Guatemala è un Paese bellissimo e interessante per i suoi mille volti: la coloniale Antigua, il mistico lago di Atitlàn, la cultura maya di Tikal, la caraibica Livingston, i colori ed i profumi di Chichicastenango: ce n’è davvero per tutti i gusti! Il Belize ha uno splendido mare per chi vuole fare immersioni (pesci colorati, barriera fantastica, mare mozzafiato) ma non va affatto bene per chi vuole fare spiaggia, semplicemente perché le spiagge non ci sono in quanto le coste e le isole sono ricoperte di mangrovie, alberi che invadono il bagnasciuga con le loro radici rendendo la riva una laguna. Inoltre, il Belize è molto caro, al contrario del Guatemala. Se volete unire alle bellezze del Guatemala delle splendide immersioni va bene il Belize, ma se volete spiagge tropicali dovete spostarvi in Messico.
Primo giorno:
Guatemala City - Antigua
Fuori dall’aeroporto aspetta una fila di taxi che vi porterà dove vorrete. Vi consiglio di saltare completamente Guatemala City (detta Guate), poiché è una grande città, sporca, caotica, pericolosa e senza nulla di interessante. Noi ci siamo fatti portare direttamente ad Antigua (30 km, circa un’ora di viaggio, $ 25).
Secondo-quarto giorno:
Antigua
Antigua è una città coloniale ricca di fascino, circondata da vulcani inattivi e distrutta dai terremoti innumerevoli volte (l’ultima nel 1783). Le chiese sono ancora diroccate, le case coloniali, restaurate, sono oggi splendidi bar, ristoranti, alberghi o negozi. Chi non ci è stato non può immaginare le emozioni di assaporare un thè in un cortile coloniale. Poi c’è Parque Central, con i suoi portici, i suoi palazzi, i suoi giardini; il mercato, il mercato artigianale coperto, uno dei migliori del Guatemala (contrattare è d'obbligo: non pagate mai più di un terzo di quello che vi chiedono!), le case colorate, i laboratori di giada (occhio ai falsi!), i vulcani.
Vi sono tre vulcani intorno ad Antigua, ed una collina chiamata Cerro de la Cruz (collina della Croce) raggiungibile con una passeggiata di 30 min.: offre una stupenda vista sulla città e sui vulcani che la circondano. La gita si fa scortati dalla polizia Municipal (più per prudenza che per reale pericolo, credo). La sede della Polizia Municipal è adiacente al Parque Central; bisogna prenotarsi in anticipo per l’escursione delle 10.00 o delle 15.00. Il servizio di scorta è totalmente gratuito. Anche la visita ai vulcani Agua e Fuego è fattibile con la scorta della Polizia, ma a mio avviso conviene ammirarli dal Cerro de la Cruz. Infine si può fare unavisita al Cimitero Monumentale: si fa scortati ma non ne vale la pena.
Per pernottare a prezzi economici non c'è che l'imbarazzo della scelta. Si può optare per l' Hotel Posada San Pedro (tel. 502-832.359. Bello, accogliente, un po’caro, circa 340 quezal a camera doppia) o per la Casa de Santa Lucia n.2, ancora più conveniente (171 quezal la camera, circa 23 euro, pulita, spartana, con un terrazzo sul tetto da cui si possono ammirare i vulcani che circondano Antigua.
Per la colazione (abbondante!), non compresa nel prezzo della camera, si spendono da 15 a 20 quezal ; pranzo per strada 3-5 quezal, cena al ristorante 40 quezal. (NB: abbiamo mangiato di tutto, anche frutta per strada e bevuto solo acqua confezionata senza avere alcun problema intestinale!)
Quinto giorno:
Antigua – Panajachel – Lago di Atitlan (km 80)
Partenza in pullman alle 6,30 (35 qz.), splendidi panorami lungo il viaggio attraverso gli altipiani (altitudine media 1500 m, sedetevi sul lato sinistro se riuscite), arrivo al lago dopo 4 ore. Panajachel è un paesino sulla riva del lago di Atitlan, un lago bellissimo a 1500 m circondato da tre vulcani. In mattinata risaliamo a Sololà (8 km. in bus locale) per vedere il mercato. Pomeriggio a zonzo per Panajachel: mercato artigianale e bancarelle ovunque. Vi si possono acquistare oggetti di artigianato in legno, le famose maschere maya, amache, stoffe coloratissime con cui realizzano abiti, tovaglie, tovagliette americane ecc.
Pernottiamo nel villaggio, all'Hotel Utz-Jay, un insieme di capanne intorno ad un giardino (hotel Utz-Jay, 5° calle 2-50, zona 2, Panajachel, tel.762-1358, costo 171 quezal a camera doppia, circa 22 euro). Il fatto che manchi la luce per alcune ore e che si usino solo le candele non fa che aumentare la poesia intorno a noi! Evitate i ristorantini in riva al lago: costano molto di più di quelli nell’interno.
Sesto giorno:
Lago di Atitlan (giro in barca)
Il giro in barca può essere prenotato la sera precedente: basta andare sul molo o in riva al lago e sarete avvicinati da alcuni giovani indigeni che cercheranno di vendervi il biglietto per la barca più bella, più comoda e per il giro più esclusivo (in realtà sono tutti uguali e costano 50 quezal a testa). Il giorno dopo la barca vi porta da Panajachel a San Pedro, sull’altro lato del lago, poi a Santiago e poi a San Antonio. I tre paesini sono sulla riva del lago, molto pittoreschi, ricchi di gente, attività rurali, mercati, colori, odori. Un sogno! In tutto il lago vi è un’atmosfera rilassante, sembra di tornare indietro nel tempo.
Settimo giorno:
Panajachel – Chichicastenango – Panajachel (km 120)
Appuntamento irrinunciabile: il mercato di Chichicastenango, più comodamente Chichi (leggi cici), il più grande e colorato del Centroamerica, dall’alba alle 14 di tutti i giovedì e di tutte le domeniche. Non posso descriverlo: bisogna vederlo. C’è di tutto, ci sono tutti i colori dell’arcobaleno, tutti gli odori, i sapori, gli oggetti, i mestieri… tutto! Compresa una valanga di souvenir di ogni tipo, tessuti, oggetti in legno ecc. da portare in Italia per sé e per parenti ed amici. Gli acquisti migliori si fanno qui, al mercato dell’artigianato di Panajachel e al mercato dell’artigianato ad Antigua. Chichicastenango è una piccola cittadina fatta di case basse e vie ortogonali. Il mercato invade la piazza centrale fin sui gradini della chiesa e tutte le vie limitrofe. Visitate la chiesa, e accanto ad essa, il piccolo museo che racconta la storia di queste terre e di questa gente. Voi ne capirete un po’ di più e essi saranno felici che vi siate interessati a loro.
Attenzione: l’ultimo bus pubblico per tornare a Panajachel parte alle 14.00: non perdetelo!
Ottavo-nono giorno:
Panajachel –Antigua - Copan - Chiquimula (km 400)
A Panajachel ci sono molte piccole agenzie di viaggio. Ne scegliamo una ed acquistiamo un pacchetto che comprende il viaggio fino ad Antigua in bus, il pernottamento e poi alle 4.00 la partenza in minibus (9 posti) per Copan, in Honduras, nonché il viaggio di ritorno fino a Chiquimula.
Si parte da Panajachel alla volta di Copan, sito archeologico maya famoso per le stele che vi sono conservate. Considerato il costo, il tempo e quello che il sito offre… ve lo sconsigliamo. Tikal è mille volte più bello, ricco, affascinante. Comunque, partiamo da Panajachel nel tardo pomeriggio in minibus fino ad Antigua (circa tre ore di viaggio); pernottiamo ad Antigua, ripartiamo alle 4 del mattino e viaggio fino a Copan dove arriviamo intorno alle 11,00, circa dopo un’ora abbondante di attese inutili al confine. Visita al sito di Copanove si possono osservare alcune stele molto interessanti, alcuni templi ben conservati posizionati in una valle pianeggiante e verde ed un interessante museo. Il tutto per 20 dollari a testa, 40 gradi, e un’umidità folle). Ripartiamo per Chiquimula dove arriviamo nel pomeriggio verso le 16. Costo dei mezzi di trasporto, interamente pagati all’ agenzia di Panajachel, circa 35 dollari a testa (datemi retta, non ne vale la pena, specie se avete pochi giorni a disposizione).
Pernottamento a Chiquimula (la più brutta città del mondo)presso l’Hotel Posada Perla de Oriente (25$ la doppia con aria condizionata) che ha il vantaggio di essere molto vicino alla stazione dei bus per Puerto Barrios
Decimo giorno:
Chiquimula - Puerto Barrios - Livingston (km 192)
In bus locali fino a Puerto Barrios (costo 25 quezal,4 ore e ½ con partenze dalle 4 a.m.), vecchio porto guatemalteco, oggi paese dimenticato da Dio, poi in barca fino a Livingston (altri 25 qz, e altra ora e mezza).
Livingston è un tipico paese caraibico, popolazione prevalentemente nera, totalmente allegra e a tempo di musica: un altro salto fuori dal nostro mondo, affascinante! Non c’è nulla di particolare da visitare, se non l’insieme del villaggio fatto di capanne di legno coloratissime su palafitte, la gente di colore allegra e vivace, la musica che pervade ogni luogo: sembra di stare in Giamaica!
Decidiamo di pernottare alla Rigoletto Guest House, due semplici camere con ventilatore, pulite, a 10 dollari a camera , gestite da due persone squisite. C’è anche un piccolo giardino che si affaccia sul Rio Dulce dove viene servita la colazione. Inoltre il padrone di casa organizza escursioni sul Rio Dulce, fino a Rio Dulce (city). Per arrivare al Rigoletto, quando scendete dalla barca che vi porta a Livingston svoltate a sinistra e proseguite per circa 300 m. Se volete qualcosa di più confortevole proseguite per altri 300 m fino all'Hotel Casa Rosada dove sono disponibili anche alcuni bungalows a 18 dollari a notte. Cena a base di pesce 90 qz., cioè 9 euro! Anche la Casa Rosada organizza escursioni sul Rio Dulce, oltre alla Playa Blanca ed altri posti intorno.
Undicesimo giorno:
Livingston
Decidiamo di fermarci a Livingston e di effettuare una bella l’escursione in barca (costo 90 quezal) alla Playa Blanca, spiaggia meravigliosa di sabbia candida come la neve con palme, amache a disposizione. Sarebbe un paradiso se non fosse che l’acqua del mare è molto torbida, come in tutta la zona. Passerete qui mezza giornata a poltrire. Il pranzo al sacco è compreso. La Playa Blanca si raggiunge seguendo la costa verso il Belize, superando la foce di un fiume, il Rio Cocoli,e milioni di mangrovie. Al ritorno si penetra per un tratto lungo la foce del Rio Cocoli, sempre tra le mangrovie, fino ad arrivare in un’ansa dove i più fortunati avranno l’occasione di salutare i lamantini che vivono in queste acque.
Dodicesimo giorno:
Livingston - Rio Dulce - Flores (2 ore e ½ di barca + 200 km di bus in 5 ore)
Imperdibile la risalita del Rio Dulce: Il Rio Dulce è un fiume che collega il mare alla città di Rio Dulce, su un lago, roccaforte degli spagnoli al tempo della colonizzazione.Il fiume da diversi anni è parco naturale protetto ed è popolato da migliaia di uccelli di specie diverse che si fanno ammirare ora in volo, ora adagiati sull’acqua, ora appollaiati a centinaia su alberi della giungla che costeggiano il fiume per tutta la sua lunghezza. La flora non è da meno con splendide e colorate piante acquatiche che ricoprono quasi interi tratti di fiume lungo il quale si incontrano pescatori con la lenza, ma anche con fiocine rudimentali o reti lanciate a mano come lazi per cavalli.
Durante il viaggio, che si fa a bordo di una lancia (dura 2 ore e mezza, costa 75 quezal, e può essere prenotato alla Casa Rosada o al Rigoletto)c’è anche la possibilità di fermarsi in una specie di centro culturale, costruito in mezzo alla giungla, che raccoglie i prodotti artigianali costruiti dagli abitanti dei villaggi sperduti nella giungla e li vende agli avventori. Con il ricavato forniscono ai villaggi medicine e istruzione. Il centro è gestito da volontari, sia centroamericani che europei. Una volta tanto è possibile fare un acquisto intelligente e aiutare chi è meno fortunato di noi.
Arriviamo a Rio Dulce alle 13 e prendiamo il busdiretto di linea per Flores (50 quezal; ci sono anche bus privati, un po’ più veloci e più cari). Dormiamo in un albergo in Calle Union per 80 quezal la doppia. Non ricordo il nome dell’albergo, tuttavia quando il bus arriva a Flores sarete avvicinati da diversi giovani procacciatori d’affari che vi proporranno hotel, escursioni a Tikal e saranno pronti a soddisfare ogni vostra necessità (contrattate!). Il nostro si chiamava Enrique, faceva capo all’agenzia San Juandi Flores (tel. 8161635). Per i più diffidenti ci sono anche agenzie ufficiali a cui rivolgersi, che poi sono quelle che mandano i ragazzini ad abbordarvi sul bus.
Tredicesimo giorno:
Flores – Tikal – Flores (km 120)
Andateci prima che potete: scoprirete il fascino delle piramidi maya che si stagliano nel cielo, sorgendo dalla fitta giungla che vi circonda, nella solitudine e nel silenzio, prima che arrivi la folla dei turisti. Indimenticabile.
Scarpe buone, acqua e buoni muscoli, ma lo spettacolo che si vede dalla cima delle piramidi, al di sopra della giungla pluviale è unico! Il vantaggio di andarci prestissimo è che non eviterete soltanto fiumane di turisti, ma anche un caldo umido difficilmente sopportabile. Il modo più comodo e veloce per arrivare a Tikal è uno dei soliti minibus a 9 posti, con biglietti acquistabili in agenzia o presso uno dei ragazzi che vi avranno avvicinato al vostro arrivo a Flores (che poi sono mandati da un’agenzia). Ci vuole un’ora per arrivare a Tikal (prezzo del bus a/r 200 qz; ingresso a Tikal 50 quezal).
Tikal è fantastica! Si cammina in mezzo ad una giungla fittissima, incontrando alberi secolari, e sacri, alti 50 m (cioè quanto un palazzo di 15 piani). All’improvviso di fronte a voi si scorge qualcosa e d’un tratto compare una piramide alta 50, 60, 70 m, una più bella dell’altra. Ci potete salire sopra (prudenza!) e ammirare dall’alto il tetto della giungla interrotto solo dalle piramidi che si innalzano verso il cielo. Intorno a voi il silenzio è interrotto solo dall’urlo delle scimmie e dal ruggito dei giaguari che, in lontananza, ci ricordano che siamo ospiti e non padroni della giungla. Prima di ripartire visitate il Museo della ceramica e quello del sito archeologico, che mostra l’immenso lavoro fatto in condizioni proibitive dagli archeologi per riportare alla luce le piramidi che avete appena ammirato. Un consiglio: c’è un bar solo all’ingresso, quindi portatevi dietro dell’acqua.
Foto | Dennis Jarvis su Flickr
Quattordicesimo giorno:
Flores – Belize City – Caye Coulker (km 220 circa)
Partiamo da Flores alle 5 del mattino con un il bus di una compagnia privata che collega Flores con Belize City, acquistato in agenzia e arriviamo a Belize City alle 11,30 (20 dollari a/r ma il ritorno a Flores costa meno se lo acquistate a Belize City) e poi in barca fino a Caye Coulker (15 dollari beliziani).
Dal Quindicesimo al ventiquattresimo giorno:
Caye Coulker
Nove giorni su un’isoletta caraibica, Caye Coulker, senza automobili, senza nulla che non sia sabbia, palme, mare, coralli, pesci, capanne, sole ed immersioni. Come ho detto il Belize è caro, merita se fate immersioni, ma evitatelo se volete fare spiaggia. Da riva il sole si prende dai pontili fatti apposta e il mare vicino riva è basso e torbido. Ovunque trovate barche che vi portano alla barriera, ma costano un po’ e poi non potete mica stare in barca tutto il giorno!
Caye Coulker è un’isoletta lunga un paio di chilometri e larga trecento metri, divisa in due pochi anni fa da un tremendo uragano. Il braccio di mare che separa le due metà è detto Split. Una delle due parti è disabitata; nella parte abitata ci sono due strade che corrono parallele in riva al mare, sterrate, lungo le quali si incontrano i pochi alberghi, le case, i negozi, bar e ristoranti. In riva allo Split c’è un piccolo bar che prepara al tramonto cocktail indimenticabili. Mangerete pesce a volontà, cucinato o alla griglia, berrete la birra locale e farete lunghe passeggiate sulle strade senza automobili (non esistono auto a Caye Coulker). Non ci sono discoteche o particolari attività di vita notturna. Se amate il casino, le discoteche, le automobili ecc. andate sulla vicina Isola di San Pedro (Ambergrise): avrete tutto questo, ma anche là il mare sotto costa non è un granché. Tutto costa molto più che in Guatemala. I prezzi sono quasi europei, per il fatto che sono isole frequentate dagli americani in luglio e agosto.
Abbiamo dormito in una casetta costruita su palafitte affittata da una signora inglese che vive a Caye Coulker, trovata cercando su internet in un internet-point di Livingston e prenotata telefonicamente.
IMMERSIONI:
Si fanno delle belle immersioni tra grossi pesci e spugne enormi, squali, razze, mante, carangidi. Il corallo non è colorato come quello del Mar Rosso o dell’Estremo Oriente. L’immersione più famosa è quella al Blue Hole: un buco blu profondo centinaia di metri, largo poche decine, che dal centro di un atollo sprofonda ad imbuto nel vuoto . E’ una sensazione stranissima ed entusiasmante scenderci dentro. A 42 m di profondità si vedono le stalattiti e stalagmiti di una grotta che un tempo era fuori dall’acqua...e se siete fortunati come noi, sarete accompagnati da un branco di una dozzina di squali grigi che ci guardavano incuriositi.Ci sono tre diving e tutti organizzano escursioni di una giornata che prevede due o tre immersioni, pranzo compreso. Costano un sacco di soldi, a seconda della distanza: da 120 dollari beliziani (60 dollari USA) quelle più vicine a 190 dollari beliziani (95 dollari USA) quella del Blue Hole che comprende tre immersioni, il pranzo, un’escursione in una bella isola privata con una riserva di uccelli interessante. Cara ma ne vale la pena.
Venticinquesimo giorno:
Caye Coulker – Belize City – Flores -Guatemala City (km 500 circa)
Nel pomeriggio lasciamo Caye Coulker per intraprendere il lungo viaggio di ritorno con in tasca il biglietto già pagato a Flores: in barca fino a Belize City, poi in bus fino a Flores dove abbiamo il tempo di passeggiare per le vie di questa cittadina molto graziosa, circondata dal lago de Peten Itzà e di cenare, prima di prendere l’autobus diretto-notturno-con aria condizionata e toilette (non funzionante)per Guatemala City dove arriviamo alle 6 del mattino. Ripartiamo subito per Antigua con la macchina che ci aspetta alla stazione dei bus di Guatemala City (pagata a Flores). Da quando abbiamo lasciato Caye Coulker sono passate circa 24 ore. Siamo stanchi ma non distrutti, e felici per tutto quello che abbiamo visto. Se volete rendere il ritorno meno scomodo da Flores potete prendere l’aereo fino a Città del Guatemala.
Al mattino ultimo minibus da Antigua a Guatemala city con destinazione aeroporto: ultima sorpresa, lasciare l’aeroporto di Città del Guatemala costa 30 $ a testa: ricordatevi di averli in tasca.
Foto in alto | Andrew Moore su Flickr