Egitto, l’ombra del regime
Al Maqal, uno degli ultimi giornali indipendenti egiziani, il 21 febbraio ha messo in copertina la foto dello scrittore Ahmed Nagi, condannato a due anni di carcere per “ofesa alla morale”.
Nel titolo il quotidiano punta il dito contro il regime di Abdel Fattah al Sisi che “imprigiona gli scrittori”.
Nagi era stato denunciato a novembre del 2015, dopo che un capitolo del suo ultimo romanzo era stato pubblicato su un giornale letterario. A gennaio era stato assolto, ma l’accusa era ricorsa in appello.
Dopo la condanna, decine di scrittori, giornalisti e intellettuali hanno firmato una dichiarazione, pubblicata su vari siti e blog indipendenti, per denunciare l’ondata di arresti e di divieti che sta colpendo il mondo della cultura e della società civile.
A dicembre del 2015 il ricercatore Islam al Beheiry è stato condannato a un anno di carcere per blasfemia, mentre la scrittrice Fatima Naoot dovrà scontare tre anni per insulto alla religione.
Inoltre le autorità hanno ordinato la chiusura il 22 febbraio del centro antitortura Al Nadeem, che ha presentato ricorso. “I nemici dello stato non sono più solo gli attivisti, ma chiunque la pensi diversamente”, recita la dichiarazione.