Al Man di Nuoro tutte le guerre di Capa
Londra, giugno 1941, un membro della difesa mentre mostra a una ragazza come utilizzare la maschera anti-gas. Parrebbe la descrizione di un gesto consueto, come quello di una mamma che appoggia lo zaino sulle spalle del bambino che deve correre a scuola: è invece uno dei 97 scatti di Robert Capa, in mostra fino al 18 maggio al Man di Nuoro.
Conosciuto come uno dei più famosi reporter di guerra, Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann, è stato tra i fondatori della Magnum Photos, diventata una delle più prestigiose agenzie fotografiche.
La mostra nel capoluogo barbaricino, “Una vita leggermente a fuoco”, racconta i cinque conflitti che Robert Capa documentò col suo obiettivo: dalla Guerra civile spagnola (1936-’39) a quella cino-giapponese (1938); dalla Seconda guerra mondiale (1941-1945) alla Prima arabo-israeliana (1948) fino a quella guerra d’Indocina (1954) che gli fu fatale.
Le foto di scene, azioni, volti strappati alla quotidianità della guerra, suscitano in chi osserva un misto tra stupore ed commozione. La dovizia dei particolari, la situazione e l’angolatura, sempre quella giusta, sembrerebbero essere un prodotto “da laboratorio” ragionato e studiato con cura, invece sono il risultato dello scatto che dura un secondo, probabilmente cliccato durante una raffica di proiettili o l’esplosione di una bomba.
Questo è il genio e la follia di Robert Capa, che dalla guerra non sapeva proprio stare lontano. E sarà proprio un conflitto bellico ad uccidere lui e la sua amata Gerda Taro (anche lei fotografa inviata di guerra). “Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuole dire che non sei abbastanza vicino”, questo è il motto che ha scandito la vita di Capa, che proprio mentre cercava di metterlo in pratica ha messo il piede su una mina anti uomo che gli è stata fatale, il 25 maggio del 1954 al seguito di un convoglio francese sul delta del Fiume Rosso.