La dieta mediterranea è l’arma contro disabilità e depressione
- Scritto da Effe_Pi
Lo dice uno studio del Cnr e dell’Università di Padova condotto su un campione di circa 4500 americani a “rischio” e Sassari promuove gli stili di vita corretti e sani.
Il toccasana per vivere a lungo ed evitare anche malattie come quelle legate alla disabilità e depressione in età avanzata? I sardi e tutti gli abitanti del bacino del mare Nostrum ce l’hanno già in casa ed è la dieta mediterranea, più volte promossa dagli scienziati e che ora emerge anche come prevenzione di gravi infermità, da uno studio effettuato dal Cnr (Centro nazionale delle ricerche) e dall’Università di Padova negli Stati Uniti. I ricercatori provenienti dall’Istituto di neuroscienze (In-Cnr) e Nicola Veronese dell’ateneo veneto, hanno preso in considerazione 4.470 americani con un’età media di 61 anni: “è la prima volta che in uno studio di questo genere vengono prese a campione popolazioni con regimi dietetici lontani da quello mediterraneo e con una prevalenza di malattie cardiovascolari e metaboliche più elevata rispetto a quelle del Vecchio Continente”, ha spiegato Stefania Maggi, della Sezione invecchiamento dell’In-Cnr.
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata valutata attraverso “un’inchiesta dietetica sui cibi che erano stati consumati più frequentemente nell’ultimo anno, mentre qualità di vita e aspetti a questa collegati (tono dell’umore, disabilità, dolore) sono stati valutati con scale appropriate disponibili in questo studio”. Il risultato è stato che le persone che hanno seguito lo stile alimentare nostrano hanno una migliore qualità della vita, in particolare legata “all’abbondante consumo di frutta, verdura, cereali, noci, olio d’oliva, alla moderata assunzione di vino, in particolare rosso, di pesce e pollo e a una bassa assunzione di uova e carni rosse; insomma, a uno stile alimentare riconducibile alla dieta mediterranea. Un tipo di alimentazione che ha un ruolo anti-ossidante e anti-infiammatorio, con una conseguente ricaduta positiva sulla qualità di vita”.
E le istituzioni locali si impegnano per promuovere questi stili di vita, anche in Sardegna, ad esempio a Sassari, dove mercoledì 11 gennaio alle 18,30, nel salone parrocchiale della chiesa di Sant'Orsola, si terrà un incontro al quale sono invitati i cittadini e le cittadine del quartiere. L'obiettivo è la creazione di “gruppi di cammino” che intendono seguire un percorso condiviso per la promozione di stili di vita sani e attivi in tutte le fasce di età della popolazione. Alla base dell'incontro di mercoledì ci sono temi relativi alla prevenzione delle patologie croniche come le malattie cardiovascolari, diabete, tumori, malattie respiratorie o muscolo-scheletriche che hanno in comune fattori di rischio modificabili, quali il fumo di tabacco, l'obesità e il sovrappeso, l'abuso di alcol e la sedentarietà. I dati disponibili attraverso diversi sistemi di sorveglianza rivelano infatti, a livello nazionale e anche in Sardegna, che “ampie fasce di popolazione hanno stili di vita non corretti, caratterizzati da una insufficiente attività fisica, da una alimentazione non equilibrata e da consumo di alcol e tabacco”.
Foto: Roberto su Flickr