Truffa alimentare: le caciotte sarde di Bologna
- Scritto da Effe_Pi
Sequestrate dai Nas nel capoluogo emiliano 17 tonnellate di formaggio proveniente dalla Sardegna, che veniva però etichettato in altre maniere da un'azienda che ne stava per distribuire 5mila forme.
Una volta c’era l’oro di Bologna, che si faceva “nero dalla vergogna”: ora sono le caciotte sarde che vengono spacciate nel capoluogo emiliano come locali, con una vera e propria truffa su cui sono intervenute oggi le forze dell’ordine. Sono state infatti Sequestrate dal Nas di Bologna oltre 5mila forme di caciotta ovi-caprina di produzione sarda, per un peso complessivo di circa 17 tonnellate, in un'azienda di distribuzione all'ingrosso di alimenti di San Lazzaro di Savena. Nel corso dell'ispezione, i militari hanno accertato che lo stabilimento emiliano, oltre a non essere autorizzato alla lavorazione, faceva arrivare dalla Sardegna ingenti quantità di formaggi che rietichettava con il proprio nome dopo averli sottoposti a processi di stagionatura, spazzolatura, lavaggio, sezionamento e confezionamento sottovuoto.
Sugli incarti non c'era indicazione del luogo e dello stabilimento di effettiva produzione. Al titolare della ditta sono state contestate sanzioni amministrativi per circa 12 mila euro. Non è certo la prima volta che i prodotti sardi sono al centro di contraffazioni e tentativi di vendere con l’etichetta “Sardegna” prodotti di ben altra provenienza e qualità. Era successo, ad esempio, a ottobre 2013 con il pecorino “sardo” proveniente dagli Stati Uniti, che era comparso ad una importante fiera alimentare di Colonia, in Germania, mentre più di recente, a Natale scorso, è scoppiato il caso del Cannonau prodotto in Veneto, con un’immagine della Sicilia stampata sull’etichetta. In quel caso ci fu la denuncia della confederazione degli agricoltori sardi all’ispettorato preposto: è sempre più necessario che Dop, Doc, Docg e Igp dell’isola vengano tutelati con azioni ad hoc, anche se in questo caso, a differenza del solito, il formaggio era prodotto in Sardegna davvero e non veniva venduto come tale.