Trattori ancora in piazza a Cagliari e ora minacciano la marcia su Roma
- Scritto da Effe_Pi
Mentre i loro colleghi si dirigono verso Roma, i pastori e agricoltori sardi hanno passato la quarta notte davanti al porto di Cagliari.
Continuano anche in Sardegna le proteste per la situazione economica di chi lavora nei campi. La mobilitazione continua a oltranza, spiegano i manifestanti. O almeno sino a quando non sarà deciso diversamente dal coordinamento nazionale. Anche ieri sera, sfilata di trattori per le strade del centro di Cagliari: un modo per ricordare anche alla città la battaglia in corso per il futuro delle campagne. Molti altri pastori e agricoltori sono pronti a unirsi alla protesta del porto per organizzare nuove iniziative di protesta.
Tra i punti contro cui – a detta dei loro leader – si batte il movimento agricolo – pastorale, ci sarebbe la “Nature restoration law” secondo cui almeno il 20% della superficie terrestre e marina europea dovrebbe essere libera da colture e le linee guida del del Green Deal che vorrebbero zero emissioni entro il 2050, cosa impossibile con le attuali modalità di coltura e soprattutto di allevamento intensivo di animali. Il movimento è anche contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione e sostiene la battaglia dei balneari italiani contro la messa a gare delle concessioni sulle spiagge a pagamento.
E come detto ora la protesta dei trattori punta su Roma. "Nei prossimi giorni - annuncia uno dei leader della rivolta, Danilo Calvani - ammasseremo i trattori fuori dalla città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia". I sindacati però vannomall'attacco e chiedono di vigilare. "Salvini e Lollobrigida -accusa il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri - erano molto attenti quando Cgil e Uil facevano gli scioperi generali, ora sono distratti o sono all'estero; i trattori stanno per bloccare strade e autostrade ma non si è sentita una battuta sul fatto che ci sono delle regole".
Il centrodestra intanto replica alle proteste tornando a mettere sotto accusa le politiche della Commissione e scagionando governo nazionale e regioni – spesso da molti anni amministrate proprio dalla destra – da ogni responsabilità. "E' un amanifestazione di un disagio - dice il ministro Pichetto Fratin- che c'è nei confronti di scelte della Commissione Europea che non corrispondono agli interessi di tutti i Paesi, probabilmente di alcuni". "Io condanno sempre la violenza - sottolinea il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - però bisogna capire qual è la causa del gravissimo malessere che c'è nel mondo agricolo e nel mondo industriale. Una politica di lotta al cambiamento climatico esclusivamente ideologica".
Intanto il governo ragiona su possibili interventi. Una ipotesi su cui starebbe lavorando il governo - fa sapere ilcapogruppo di FdI all'Europarlamento Carlo Fidanza - è quella di limitare la fine dell'esenzione dall'Irpef per i redditi dominicali e agrari "soltanto a chi ha grandi estensioni". Dalla maggioranza si osserva però come il costo totale dell'esenzione Irpef, 250 milioni, fosse molto oneroso per lo Stato rispetto all'effettivo ricasco soprattutto su medie e piccole imprese. Insomma, si procederà solo se verranno effettivamente reperite le risorse necessarie. Intanto al ministero dell'Agricoltura si è riunito il tavolotecnico sulla Pac con il ministro e le associazioni dicategoria. Nuova riunione la prossima settimana. Quando a Roma potrebbero essere scesi i trattori.