Zenga: uno sguardo sul neoallenatore del Cagliari
- Scritto da Maria
Una panoramica sul tecnico del Cagliari che ormai è da mesi alla guida della squadra rossoblù senza mai essersi seduto sulla panchina per una gara ufficiale, causa sospensione della stagione da Coronavirus.
Lo scorso 3 marzo, il Cagliari ha annunciato il nome dell’allenatore che avrebbe sostituito Maran, esonerato: Walter Zenga. Da pochi mesi alla guida del Cagliari, Zenga, che alle sue spalle ha una fortunata carriera da giocatore e una travagliata, ma non priva di soddisfazioni, carriera da allenatore, ha mostrato di avere subito le idee chiare.
Col suo solito entusiasmo, la grinta che lo accompagna da sempre, Zenga ha accettato ben volentieri di sedere sulla panchina rossoblù, convinto di poter riportare la squadra in zona Uefa, dove aveva navigato fino alla crisi che ha portato all’esonero di Maran.
Partito benissimo, il Cagliari ha poi perso terreno, allontanandosi dalla zona Uefa: le previsioni dei bookmaker ci aiuteranno a capire se potranno rientrare in corsa per l’Europa. Nel frattempo Zenga, che ha raccolto l’eredità dell’ex tecnico del Chievo, ha mostrato di avere qualche idea innovativa e tanta voglia di ricominciare.
Alla ripresa degli allenamenti, Zenga ha parlato del nuovo credo tattico del suo Cagliari: il tridente offensivo. Un tridente anomalo, visto che il tecnico sta valutando di schierare Nainggolan come falso nueve, con Joao Pedro e Simeone ai lati. L’alternativa è schierare Gaston Pereiro al centro dell’attacco, sempre nelle vesti di falso nueve, oppure Joao Pedro.
In assenza di Pavoletti, Zenga dovrà fare di necessità virtù, convinto com’è che la squadra abbia tutte le carte in regola per riprendersi la zona Uefa, persa qualche partita fa: appena ricevuta la chiamata di Giulini, Zenga si è messo al lavoro insieme al suo vice Canzi, ex bravissimo tecnico della Primavera rossoblù, e il resto del suo staff (il ds Marcello Carli e il tattico Gianni Vio). “Il settimo posto e l’Europa sono a 3 punti, questa dev’essere la mentalità”.
Alla ripresa del campionato, dunque, la Serie A troverà un Cagliari rinnovato tatticamente e, si spera, con la stessa grinta e desiderio di vittoria del suo tecnico. Obiettivo dichiarato: tornare in zona Uefa. Per qualche mese, i tifosi di Cagliari hanno pregustato la possibilità di vivere un’entusiasmante esperienza europea: riuscirà Zenga a ritrovare la strada per l’Europa League?
L’allenatore Zenga: il lungo viaggio del tecnico milanese
Zenga è stato simbolo dell’Inter e uno dei migliori numeri 1 dell’intero panorama calcistico tra gli anni ’80 e gli anni ’90. Eletto più volte, 3 per la precisione, miglior portiere del mondo, Zenga ha difeso la porta dei nerazzurri, ma non solo la porta, per 12 anni, da quando, poco più che ventenne, coronò il sogno di giocare con la maglia della Beneamata. Lasciata l’Inter e girovagato un po’ per l’Italia e il mondo, Zenga comincia la sua carriera da allenatore nel 1999, negli States, ai New England Revolution, dove svolge il ruolo di calciatore e allenatore. Esonerato, torna in Europa e si accomoda sulla panchina del Brera. Tempo due mesi e “l’Uomo Ragno” dà le dimissioni.
Nel gennaio 2001, torna all’estero, al National Bucarest: l’esperienza è positiva, la sua squadra arriva 8° in campionato e va a un passo dalla vittoria della coppa nazionale. Diventato direttore tecnico, dopo pochi mesi dà le dimissioni.
Tre anni dopo è ancora in Romania, alla Steaua Bucarest, dove viene esonerato a tre giornate dalla fine, a un passo dalla vittoria del campionato (e infatti c’è chi lo attribuisce a lui).
La più bella esperienza della carriera (della carriera… finora) arriva subito dopo, alla Stella Rossa di Belgrado: nel 2006 Zenga centra infatti la doppietta Campionato coppa, vincendo tutte le partite casalinghe e stabilendo così un record, oltretutto un record con una squadra prestigiosa, dalla fama internazionale, che ha segnato la storia del calcio europeo.
Dopo un salto in Turchia, uno negli Emirati Arabi Uniti e il ritorno in Romania, sponda Dinamo Bucarest, Walter Zenga approda finalmente in Serie A: è il primo aprile 2008 quando si siede sulla panchina del Catania, che ha appena esonerato Silvio Baldini. Arriva la tanto agognata salvezza: Zenga viene confermato. La stagione successiva è una delle più positive della carriera da mister dell’ex numero nerazzurro: salvezza e record di punti.
L’anno dopo, Zenga passa al Palermo: nonostante le ambizioni altisonanti e i discreti risultati, a novembre l’idillio tra il tecnico e Zamparini è già finito.
L’allenatore torna in Medio Oriente, ma dopo qualche anno il richiamo dell’Italia si fa sentire: Zenga accetta la proposta di Ferrero e prendi in mano le redini della Sampdoria. L’esperienza si rivelerà negativa: i risultati sono in linea con le aspettative (a parte l’eliminazione dall’Europa League), ma qualche frizione con Ferrero costerà a Zenga la panca.
La carriera prosegue ancora in Medio Oriente, alla guida tecnica dell’Al-Nassr di Riad, in Inghilterra (Wolverhampton) e di nuovo in Italia, al Crotone in A: la retrocessione lo porta a maturare la decisione di dimettersi. Tempo un’altra tappa non fortunatissima al Venezia ed eccolo di nuovo nella massima serie, al Cagliari, dove è al lavoro da qualche mese per risollevare la squadra dopo la crisi.
Come andrà la sua avventura al Cagliari, non possiamo saperlo. Di sicuro, al buon Walter non manca né la conoscenza della materia né la grinta per giocarsi le sue chance da tecnico. La rivista digitale 4-3-3 ha messo insieme dieci episodi che raccontano il temperamento del tecnico milanese: dagli scontri con Maurizio Mosca, ai tempi dell’Inter, e con Varriale, da tecnico del Catania (memorabili alcune frasi come “ohhh, che paura che mi fa, Varriale”) allo schema di Plasmati, che in occasione di una punizione si abbassò i pantaloni per distrarre il portiere avversario, dalle parole – fraintese – dette all’arrivo al Palermo (“voglio vincere il campionato”) ai battibecchi con Ferrero.
Zenga, il cui sogno non certo nascosto è prima o poi di allenare l’Inter, ha raccolto la sfida di allenare uno dei Cagliari più forti degli ultimi anni. Il suo entusiasmo non si discute, la sua conoscenza del calcio neppure: riuscirà a far volare i rossoblù con il nuovo modulo e il nuovo credo tattico? L’idea di schierare Nainggolan come falso nueve è per ora un’idea, che potrebbe rivelarsi un colpo di genio oppure una scelta sbagliata. Solo il campo darà le risposte.
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