Sottosopra di Milena Agus
- Scritto da Effe_E
Fra la realtà e l'invenzione, "Sottosopra" racconta un nuovo sogno, in cui - come succede nel mondo di Milena Agus tutto continuamente si rovescia.
Incipit
Capitolo 1
Prima di conoscere la signora di sotto e il signore di sopra non ho mai avuto interesse per la vecchiaia. I miei genitori, vecchi, non hanno fatto in tempo a diventarlo, mio padre si è ammazzato talmente presto e mia mamma è tornata come una bambina. I nonni non li vedo mai e la ragazza che assiste mamma è giovane.
Comunque, di sicuro, nessun vecchio avrebbe mai potuto accendere la mia immaginazione. Nessuno tranne la signora di sotto e il signore di sopra. E ora non vedo più la vecchiaia come il buio, ma come un guizzo di luce, magari l’ultimo.
Capitolo 2
Qualche tempo fa, Mr. Johnson, il signore di sopra, aveva bussato alla mia porta, vestito con sobria eleganza da gentleman, ma con le scarpe slacciate, l’orlo dei pantaloni scucito, i calzini di diverso colore.
“Abito al piano di sopra,” aveva detto. “Sono un vicino”.
“Lo so. Il nostro palazzo non è progettato perché non ci si incontri”.
Aveva qualcosa di urgente da chiedere: se per favore potevo innaffiargli i fiori, perché lui suonava il violino sulle navi da crociera e doveva partire e la moglie ai fiori ci teneva molto, soprattutto alle rose e alle piante di piselli rossi, e se fosse tornata si sarebbe dispiaciuta di trovarli secchi.
“Non esistono i piselli rossi, Mr. Johnson, si tratta sicuramente di bacche”.
Giorni fa, al rientro dalla crociera, ha bussato di nuovo, per ringraziarmi, aveva trovato le rose e i piselli rossi in gran forma, ma non era quello lo scopo della sua visita. Imbarazzato ha chiesto se non potevo cercare fra le mie amiche studentesse qualcuna che fosse brava a fare la governante, che volesse in cambio vitto e alloggio, perché la moglie se n’era andata, forse per sempre, e adesso lui non aveva bisogno di una cameriera e basta, ma di qualcuno che gli governasse la casa e non pensasse solo a pulire. Mi vedeva sempre con tanti libri ed era sicuro di potersi fidare di me.
Non ho riflettuto a lungo e sono corsa subito dalla signora di sotto, Anna, che è malata di cuore, ma ha bisogno di soldi e tutti i giorni prende due autobus per andare e due per tornare dal lavoro. Fare la governante al piano di sopra le sarebbe sembrata senz’altro una fortuna.
Aspettiamo il signore di sopra sedute sul divano, la signora di sotto e io, lei mi guarda come per dire: “La casa del signore di sopra! Ah, la casa del signore di sopra! Hai visto che sole, che terrazza sul mare, che specchi! ”
Una cameriera vestita da cameriera ci fa accomodare e dice: “Viene subito”.
Poi entra Mr. Johnson, vestito con sobria eleganza, da gentleman, ma con una manica della giacca strappata.
“Ha la manica della giacca strappata!” ho notato indicandogli il gomito.
Si scusa e torna indietro, sicuramente per cambiarsi, e Anna mi fa gli occhiacci, ma quando rientra ha la stessa giacca.
“Mr. Johnson,” gli dico, “questa è la signora di sotto, che sarebbe disponibile a lavorare da lei”.
“Oh, grazie!”
“La mia amica sa fare tutto, cucina, cuce, pulisce, lava e stira in modo rifinito”.
“Grazie!”
“Mr. Johnson, la signora lavora anche in altre case, ma se vuole può cominciare domani”.
“Grazie! ”
“Allora, a domani, Mr. Johnson?” Finalmente Anna parla.
“A domani!” Finalmente Mr. Johnson la guarda e le risponde.
“Arrivederci! ”
“See you soon!”
E andiamo via.
Durante le trattative, che poi quelle non erano trattative, aveva detto un po’ troppi “grazie”, quasi fossimo lì per fargli un favore e non per un posto di lavoro, ma abbiamo pensato a una sua stranezza, come le scarpe slacciate, o i calzini di diverso colore, o la manica della giacca strappata. Per questo non ci siamo preoccupate e di ritorno dalle trattative siamo andate subito a festeggiare a casa della signora di sotto, dove è sempre notte. La casa prende luce soltanto da una grande porta-finestra, quella della stanza buona, che fa anche da ingresso dell’appartamento ed è sulla scala di servizio, quindi, per avere un po’ di intimità, bisogna tirare le tende. Anche in cucina, in bagno e in camera da letto è sempre notte, perché la luce entra solo da alcune finestrelle nascoste dalla scala, che per panorama possono avere unicamente i piedi dei vicini del piano di sopra. Nella cucina buia con le pentole appese alle pareti, i rubinetti senza miscelatore e gli scaffali pieni di barattoli di conserve, marmellate, verdure sott’olio, Anna ha fatto la cioccolata con la macchina espresso del bar, che la figlia le ha regalato con il suo primo stipendio. In fondo, di tante cose che servono, per esempio dei rubinetti moderni, o un impianto di riscaldamento per l’inverno, che per il freddo il respiro forma una nebbia nell’aria, la macchina espresso del bar è proprio l’ultima, ma la signora di sotto ha proprio il gusto delle cose inutili e vistose. La stanza buona, quella con la grande porta- finestra sulla scala di servizio, mi fa pensare alla capanna che un naufrago abbia organizzato con gli oggetti buttati sulla riva dalle burrasche: tavoli, tavolini, sedie di stili diversi, alcune con spalliere a forma di animale, altre in ferro battuto, una credenza carica di stucchi e una libreria svedese, tende di broccato rosso scuro e, dietro, le veneziane.
IN NEGOZIO
Nel palazzo di "Sottosopra" vivono ricchi e poveri che s'incontrano sulle scale, si scambiano servizi e favori. Al piano alto abita un anziano violinista americano, Mr. Johnson, che ha lasciato le scene e il successo per naturale ritrosia. Al piano basso Anna, una donna delle pulizie, acciaccata dalla vita ma prodiga di fiducia e tenerezza che distribuisce agli altri abitanti: Giovannino, un bambino così giudizioso da essersi educato da solo, Mrs. Johnson, che aspira solo alle impossibili cose normali, e Alice che vuole diventare una macchina del sesso per evitare la solitudine, ciascuno con la propria mania, la propria pazzia piccola o grande, la propria paura.
Nel palazzo gli abitanti si spostano e si scambiano le abitazioni, come fosse il modo più semplice di affrontare le turbolenze della vita: Anna sogna di salire fino alla casa del signore di sopra, Mr. Johnson di scendere fino al piano di sotto, per conoscere "l'immensa felicità che ci viene dalla felicità di qualcuno che è felice con noi".
Fra la realtà e l'invenzione, "Sottosopra" racconta un nuovo sogno, in cui - come succede nel mondo di Milena Agus tutto continuamente si rovescia: la vita che è come adattarsi a un paio di scarpe, la vecchiaia che è il momento migliore per amare e l'amore che è "un guizzo di luce, magari l'ultimo".