Abbasanta, il Nuraghe Losa
Il Nuraghe Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Il contesto ambientale:
Il complesso si trova su un rilievo roccioso dell'altopiano basaltico di Abbasanta.
Nel dettaglio:
Il Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Edificato con blocchi di basalto, è costituito da un mastio e da un bastione trilobato protetto da un antemurale e da un'ulteriore cinta muraria; all'interno della cinta rimangono resti di capanne circolari. Nelle adiacenze avanzano tracce di una tomba di giganti in opera isodoma.
La cinta esterna, sub-ellittica (m 172 x 268), presenta due torri proiettate verso l'esterno della cortina, con doppi ingressi architravati disposti in asse.
L'antemurale, a linea spezzata, che in origine circondava interamente il bastione, è rimasto in opera per circa m 3 di altezza a N e ad O del trilobato; comprende anche due torri a SO e a N (diam. est. m 10 e int. m 5,60; diam. est. m 8,90 e int. m 4,50) dotate, come la cortina di raccordo, di numerose feritoie, fatto che dimostra la funzione difensiva della struttura. Il raccordo diretto di due segmenti dell'antemurale col paramento del bastione definisce un cortile trapezoidale accessibile attraverso una piccola porta.
A SE, vicinissima all'ingresso del bastione, si trova la capanna 1, una torre-capanna circolare (diam. est. m 10,50 ca. e h m 3,60) con due ingressi, nicchie parietali, nicchie-giaciglio e feritoie. Il rinvenimento al suo interno di un pilastrino di trachite (betilo-torre?) fa ipotizzare una funzione rituale dell'ambiente.
Il bastione trilobato (asse torri SE-SO m 25,70; h max. res. m 13), che poggia su una platea megalitica di fondazione (h m 2-2,50), ha profilo concavo-convesso con vertici arrotondati e presenta l'ingresso architravato, sopraelevato sul piano di campagna, a S-E; esso immette in un corridoio interno che porta alle torri SO e SE. La torre NNO è accessibile dall'esterno del bastione attraverso un ingresso volto a NNE. La camera della torre SE è ellittica, quella della torre SO e della torre NNO è circolare. Nella camera della torre NNO, a m 2 di altezza dal pavimento, si apre una scala che conduceva agli spalti e, collegandosi ad un'altra scala, al mastio. Un piccolo vano con volta a ogiva e un silos troncoconico intermurario sovrastano la torre NNO.
Il mastio (diam. est. m 12; h res. 11,40) presenta l'ingresso a SE; esso immette in un corridoio che porta alla "tholos" , integra, circolare (diam. m 5,20; h m 7,60) e dotata di 3 nicchie semiellittiche (prof. m 1,80, largh. m 1,60 e h m 2,60). Il corridoio presenta sulla d. una nicchia, e sulla s. l'accesso alla scala a spirale (largh. m 1; h m 3) che porta al vano superiore (diam. m 2,88; h m 3,46). La scala era forse in origine illuminata da feritoie poi occluse dal bastione.
Il vano superiore presenta una finestrina in coincidenza con la porta del piano inferiore raccordata con la scala. A metà scala è inoltre presente un ripostiglio intramurario accessibile tramite un'apertura alla base della parete.
La scala consentiva poi di raggiungere ad ENE lo spalto della cortina, collegandosi alla scala che conduceva dall'alto all'interno della torre NNO.
Il complesso rivela varie fasi costruttive : XV-inizi XIII sec. a.C., costruzione del mastio; metà XIII-fine XII sec. a.C., probabile costruzione del bastione, dell'antemurale e (fasi finali) della cinta esterna; fine XII-inizi IX sec. a.C., costruzione della capanna 1.
Il sito fu abitato ancora nella prima età del Ferro (inizi IX-seconda metà dell'VII sec. a.C.) e nelle epoche successive, anche a scopo funerario, fino al VII-VIII sec. d.C..
Storia degli scavi:
Le prime campagne di scavo furono effettuate nel 1890 da Filippo Vivanet e Filippo Nissardi. Seguirono, nel 1915, le indagini di Antonio Taramelli, che interessano il villaggio. Negli anni cinquanta Giovanni Lilliu effettuò una prima disamina dei materiali rinvenuti durante gli scavi. Nel 1970 e 1975 gli interventi di scavo, consolidamento e restauro condotti da Ferruccio Barreca permisero di rendere fruibile il sito. Dal 1989 al 1994, Vincenzo Santoni, Paolo Benito Serra e Ginetto Bacco hanno indagato la camera del mastio e parti del bastione.
Foto: Dan Diffendale (© BY-NC-ND 3.0 IT)
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