Sardegna, i borghi più frequentati dai nomadi digitali
Il nomade digitale è, negli ultimi anni, diventato sempre di più un percorso lavorativo intrapreso da molti.
In particolar modo dopo la pandemia, quando espressioni come smart working e lavoro da remoto sono diventate di uso comune. Il lavoro, sviluppandosi a partire da una nicchia, in pochissimo tempo è diventato una vera e propria tendenza sociale, invidiato da molti perché permette uno stile di vita più agile e meno stressante. Quando si parla di Sardegna però c’è chi ancora storce il naso, ripensando ai luoghi comuni di terra isolata e quindi poco adatta a questa modalità lavorativa.
In pochi però sanno che, in Italia, il trend de telelavoro partì proprio da quest’isola quando, negli anni Novanta, grazie alla ditta Tiscali. Qui i lavoratori avevano diritto a due giorni di lavoro da remoto, lavorando da casa, ma comunque interfacciandosi con la ditta. La modalità di telelavoro, proprio per la sue modalità, è inseguita da molti poiché permette al lavoratore di gestire in autonomia il proprio tempo e lavorare da ogni parte del mondo. Lo smart worker può scegliere i propri orari e gestire il proprio lavoro comodamente. La possibilità di lavorare da remoto è infatti una “scoperta” relativamente recente, che ha però potuto diffondersi grazie a dispositivi tecnologici sempre più all’avanguardia. Si pensi, per esempio, al mondo dell’intrattenimento. Oggi è possibile vedere film online in ogni momento e in ogni luogo, oppure giocare online come alle slot vlt alle quali si può gareggiare gratuitamente e senza registrazione. I portali dedicati sono garantiti da certificazioni ADM, per un gioco sicuro e affidabile, grazie al quale è anche possibile giocare soldi veri. Una tecnologia impensabile fino a qualche anno fa.
E ancora oggi a distanza di trent’anni la Sardegna punta molto sullo smart working e sta cercando di diventare una tra le mete più desiderate tra i nomadi digitali. Ollolai, per esempio, è un piccolo borgo della Sardegna centrale molto gettonato dai remote worker. Tutto è iniziato quando il Comune ha preso la decisione, per combattere lo spopolamento, di mettere le case in vendita ad un euro, a condizione di donargli una nuova vita. Ovviamente questa decisione ha fatto sì che il Comune ricevesse migliaia di richieste, ed in pochissimo tempo il paesino della Barbagia è diventato metà di tanti smart worker, tra cui diversi stranieri. L’obbiettivo finale del progetto, chiamato Ollolai Capitale, è quello di realizzare con ad uno stanziamento della Regione di 4.439.700 di euro, aree di coworking e centri polifunzionali con spazi culturali ed informativi, rendendo il borgo sempre più attrattivo per i giovani. Un progetto che ben si integra con il finanziamento di una società londinese, realizzato per attirare investitori stranieri con lo scopo di riqualificare gli immobili per poi rivenderli. Il target sarebbe internazionale, ma questa volta le case saranno rivendute a prezzo di mercato.
In epoca di pandemia il distanziamento sociale e lo smart working obbligatorio hanno reso questo paesino invidiabile, vista la prospettiva di vivere a contatto con la natura in un contesto quasi bucolico. In poco tempo il paesino si è ritrovato ad ospitare persone da New York, professori da Londra, dottorandi universitari e tanti altri professionisti.
Non meno importante per il rilancio di questo borgo è stato il reality show olandese del 2018 intitolato “Ollolanda” che ha visto partecipare cinque coppie provenienti dal Nord Europa, nel tentativo di sperimentare uno stile di vita nuovo. I partecipanti, selezionati da una commissione locale, dovevano fare i conti con un trasferimento a lunga distanza, la ristrutturazione della casa e la sfida più difficile: la comprensione della lingua. A vincere sono stati due stilisti olandesi di origine irachena, la ventottenne Marije Graafsna e il trentenne Ovan Abdullah, che per festeggiare il loro trionfo hanno organizzato una sfilata nelle vie del borgo e che ora hanno realizzato il loro ecobnb.
Ollolai è inoltre il paese natale di Franco Columbu, l’unico italiano ad aver vinto Mister Olympia, e caro amico di Arnold Schwarzenegger, che alla sua morte, nel 2019, ha voluto ossequiare l’atleta oltre che il suo paese natale.
Ma questo paesino della Barbagia non è l’unico. Anche a Martis, in provincia di Sassari, il Comune si sta muovendo per rendere il borgo meta ideale per i nomadi digitali. Qui il progetto prevede la realizzazione di spazi per il coliving e coworking, ottimo cibo, una serie di attività all’aria aperta, sport ed escursioni. Lo scopo ultimo è quello di puntare alla realizzazione di una comunità, improntata sulla sostenibilità e l’autosufficienza, dove nuove persone indicano nuove possibilità lavorative. Martis si è lanciato in questo progetto proprio per ripopolare la zona e far rivivere un centro storico che diversamente sarebbe condannato a lavori tradizionali e a fughe di cervelli.
Da un paio d’anni a questa parte il Comune ha diffuso una manifestazione d’interesse alla ricerca di immobili privati da inserire nel progetto “Programmi integrati di riordino urbano”. L’idea cardine sarebbe proprio quella di realizzare una rete di locali dedicati a favorire un’offerta turistica, non più costruita solo sulla stagione estiva, ma mirata ad attirare forme di lavoro tipiche dei nomadi digitali. Questi immobili, acquisiti dal Comune, saranno poi destinati alla creazione di strutture apposite, come spazi di coworking, uffici, laboratori e strutture residenziali o ricettive dotate di tutti i comfort.
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