Polonia, il governo sfida i giudici
Si fa sempre più seria la crisi costituzionale innescata dalle riforme volute dal partito Diritto e giustizia (Pis).
Il 10 marzo la corte costituzionale ha bocciato le nuove norme sul suo funzionamento, approvate dopo uno scontro con l’esecutivo sulla nomina di alcuni giudici.
Secondo la riforma, le decisioni avrebbero dovuto essere prese a maggioranza di due terzi e alla presenza di 13 dei 15 giudici costituzionali. La riforma – dicono i giudici – viola i principi del sistema democratico.
Il governo, tuttavia, ha annunciato che non riconoscerà la sentenza. “Il leader di Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha dichiarato guerra a milioni di polacchi”, scrive il settimanale Newsweek Polska. “Li ha insultati calpestando lo stato di diritto, condizionando la corte costituzionale e non ascoltando le rimostranze che arrivavano dall’estero. Questa battaglia è la più importante dal 1989. Ed è una battaglia per il futuro del paese”.
Preoccupato anche il quotidiano conservatore Rzeczpospolita: “La sentenza della corte costituzionale e il riiuto del governo di rispettarla hanno innescato una reazione a catena che rischia di far saltare l’intero sistema legale”.