Slovacchia, avanza l’estrema destra
Il panorama politico slovacco è uscito profondamente cambiato dalle elezioni legislative del 6 marzo.
Pur rimanendo la prima forza del paese, il partito del premier populista Robert Fico, lo Smer, ha subìto un tracollo, nonostante la scelta di cavalcare l’islamofobia e la retorica contro l’immigrazione.
Gli elettori sensibili a questi temi hanno preferito la destra radicale, come testimoniano il successo del Partito popolare Slovacchia nostra (Lsns) di Marian Kotleba, su posizioni quasi neonaziste, e il ritorno in parlamento dell’ultranazionalista Partito nazionale slovacco (Sns).
La destra moderata del Sas ha registrato una crescita limitata, che non le consentirà di governare. Il quotidiano Sme osserva che “Kotleba non è venuto dal nulla. Fa politica da una ventina di anni e proviene da ambienti chiaramente fascisti. Ma solo ora sembra aver imparato come muoversi, facendo riferimento a esperienze del passato (il nazismo) e a modelli attuali (gli ungheresi di Jobbik e i greci di Alba dorata)”. Il punto è che “con la sua retorica nazionalista Fico ha seminato vento, e oggi raccoglie tempesta”.
Hospodárské noviny ritiene comunque positivo il fatto che Fico abbia subìto una sonora sconitta e invita a non “bollare come idioti quelli che hanno votato l’estrema destra. Sono cittadini che lavorano e pagano le tasse. Spingerli ai margini sarebbe molto pericoloso e alle prossime elezioni potrebbe portare a sorprese ancora peggiori”.