La musica nella tradizione sarda: su Organette
- Scritto da Effe_Gi
Attestato in Sardegna dagli ultimi decenni dell’Ottocento, lo strumento è costituito essenzialmente da tre parti: la cassa del canto, il mantice e la cassa dei bassi.
Anche questa settimana pubblichiamo una scheda estratta dal volume "SONOS - Strumenti della musica popolare sarda" pubblicato dalla ILISSO Edizioni di Nuoro, che ci ha gentilmente concesso la possibilità di diffondere e valorizzare un'altro aspetto della ricchezza culturale della nostra Isola: la musica e l'originalità del patrimonio organografico Sardo.
Uno degli obiettivi della nostra iniziativa editoriale è la valorizzazione e diffusione delle eccellenze sarde, siano esse culturali, tecnologiche, economiche e imprenditoriali, e la ILISSO Edizioni rientra certamente in una di queste categorie.
• Dati generali
Strumento in uso
Carattere melodico/armonico
Non costruito generalmente da chi lo suona
Occasione indeterminata
• Area di attestazione
Tutta la Sardegna
Organette
Organettu
Organittu
So’eddu (Sarrabus)
Sonette
Sonettu
Sonu
Sunettu
Attestato in Sardegna dagli ultimi decenni dell’Ottocento, l’organetto utilizzato nell’Isola non differisce affatto da quelli impiegati nel resto dell’Italia. Lo strumento è costituito essenzialmente da tre parti: la cassa del canto, il mantice e la cassa dei bassi.
Dalla cassa del canto sporge la tastiera a bottoni mentre al suo interno sono collocate le ance e le valvole.
Il mantice, che fornisce l’aria alle ance, è solitamente di cartone opportunamente sigillato per evitare fuoriuscite d’aria.
Nella cassa dei bassi sono invece disposti i tasti dell’accompagnamento, le relative ance e valvole e il bottone “dell’aria”, che serve per svuotare il mantice. A seconda del numero dei bassi, o bottoni dell’accompagnamento, l’organetto viene denominato a due, quattro, otto, dodici o ventiquattro bassi.
In Sardegna sono poco diffusi i modelli a due e quattro bassi, ai quali si preferisce l'armonica a bocca, strumento molto simile all’organetto sia per la produzione del suono, ottenuto con la vibrazione di ance libere, sia per il suo carattere “diatonico” e soprattutto per il sistema della doppia intonazione. A ogni tasto dell’organetto corrispondono infatti due ance contrapposte: una vibra quando si aspira l’aria, l’altra quando si comprime. Ciascun tasto produce pertanto due note differenti a seconda che si chiuda o si apra il mantice.
Infine, come si è accennato, sia l’organetto sia l’armonica a bocca si possono realizzare di una scala diatonica nel tipo a due bassi e di due scale negli altri modelli.
Si trovano in Sardegna organetti in legno, dalla forma squadrata sostanzialmente identica a quella degli strumenti del primo Novecento, oppure rivestiti in laminato plastico e simili a piccole fisarmoniche.
Vanno descritti infine alcuni importanti accessori come la tracolla, una cinghia fissata sopra e sotto la cassa del canto che va fatta passare sulla spalla destra (esistono anche modelli a doppia tracolla); il ditale, una cinghietta di pelle fissata al bordo della tastiera dentro cui si infila il pollice della mano destra; il manale, una striscia di pelle in cui si infila il polso della mano sinistra che aziona il mantice e esegue l’accompagnamento.
Testo: Francesco Giannattasio | Fotografia: Pietro Paolo Pinna, Nuoro (Archivio Ilisso)
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