Incendi: quando è una bufala ad accendere il razzismo
- Scritto da Paolo Ardu
E' successo a Norbello, 1210 abitanti. Nei bar dove una volta si fermavano Lucio Dalla e Francesco Guccini oggi si posta su Facebook di cacciare via i migranti.
“Rogo alle porte di”, “Ancora roghi”, “Incendi, allerta nell'isola”. Questi sono solo alcuni dei titoli ricorrenti nella stampa con l'incubo come immaginario maggiormente evocato. Non può essere altrimenti quando, a fuoco spento, si contano i danni in un'estate considerata “la più dura degli ultimi anni”. Centinaia di aziende distrutte, greggi di pecore morte e migliaia di ettari andati in fumo. Circa 9mila prima dell'incendio che tra Planargia e Montiferru ha assediato le campagne di Sagama, Sennariolo e Scano Montiferro, con danni stimati tra 600 (la Regione) e 3mila ettari, tra macchia mediterranea, vigneti, oliveti, coltivazioni, pascoli e boschi ridotti in cenere.
Una lotta impari tra chi lo appicca e chi lo combatte. Solo due velivoli Canadair per affrontarli nella terza regione più estesa d'Italia dopo Piemonte e Sicilia, a fronte di molteplici situazioni di innesco, perché c'è “chi lo fa di proposito, ma anche chi mette su un barbecue dove non lo dovrebbe fare o lancia dal finestrino un mozzicone di sigaretta”, come affermato da Graziano Nudda della Protezione civile regionale, in prima linea contro il fuoco. Ai primi di agosto, tra Norbello, Aidomaggiore e Ghilarza, un incendio ha devastato alcune decine di ettari. Alla fine del mese nella borgata campestre di Sant'Ignazio, poco fuori Norbello, tre ragazzi somali che avevano acceso un fuoco sono stati arrestati e portati in carcere.
I ragazzi erano intorno a quel fuoco, fumando alcune sigarette e forse bevendo qualche birra (vedi foto sotto). A poche centinaia di metri dalla loro attuale casa, il Camping Village Nuraghe Ruju, una struttura ricettiva che da quando è scoppiata la crisi dei profughi si occupa in via emergenziale anche di accoglienza. La notizia è stata data il 31 agosto dalla Nuova Sardegna. Si parla di incendio “divampato nella struttura” e che i tre “avrebbero cercato di appiccare le fiamme alla struttura che li ospita.” Notizia che ha scatenato la ferma risposta del sindaco Matteo Manca “pronto a firmare l'ordinanza di sgombero”.
Una bufala che, se quel quotidiano non fosse il secondo per vendite in Sardegna, farebbe parte della giungla del web in cui vari imprenditori dell'odio e creatori di bufale sguazzano, traendo profitto da lettori alla ricerca di cronaca nera e di neri cattivi. Così ben scritta che anche siti notoriamente bufalari l'hanno ripresa, da Riscatto nazionale a VoxNews, facendo migliaia di condivisioni nei social. Una bufala nata dalla lettura di un paio di post su Facebook senza verificare le fonti.
E da lì è scoppiata una polemica “social” che ad oggi ha visto i norbellesi di dentro e di fuori interrogarsi se il suo vicino sia o meno razzista, con il primo cittadino impegnato tra una minaccia di “sgombero” e un'altra di dimissioni “se non andrà bene ai piani alti”. Minacce che ricevono sostegno da chi dice “a foras sos istrangios de sa terra nostra” e vorrebbero “farli fuori subito” o mandarli “via tutti”, anche quelli immigrati e residenti da anni, accusati di rubare il lavoro ai locali perché “prima si pensa ai giovani del paese”. Slogan intolleranti talvolta alternati a farneticazioni geopolitiche di chi addirittura vorrebbe “dirottare gli sbarchi altrove” di questi che “sono negri e come tali hanno l'intelligenza delle scimmie” e da cui bisogna difendersi organizzando una “resistenza contro l'invasione africana dell'isola”.
Ma la polemica ha ampiamente travalicato il tema. Infatti, possiamo affermare con certezza che in questo caso non c'è stato alcun incendio e le mani di chi deliberatamente appicca il fuoco continuano a farlo da anni, già prima dell'emergenza migranti, e spesso sono mani bianche. Se nel borgo campestre ci fosse stata una zona attrezzata per fare barbecue il problema forse non sarebbe nemmeno sorto.
Infine, non è mancata la polemica anche tra chi gestisce la struttura e il comune. La struttura gestita da Tore Loi accoglie 80 migranti, ha 12 dipendenti e 400mila euro di entrate. E gli amministratori chiedono l'aumento del canone per la struttura data in gestione, da 4 a 40mila euro. Il tema dell'accoglienza certamente è controverso, tra scandali sul business e malumori anche in Sardegna, in particolare nei piccoli comuni. Com'è successo in questi giorni in Planargia, a Suni, col rifiuto di accogliere i migranti africani da parte dell'amministrazione.
Ma l'Italia attualmente accoglie 1,9 rifugiati ogni 1000 abitanti e il Viminale sta valutando con l'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani), un aumento di questo numero, più vicino a quello di Germania e Francia, che rispettivamente accolgono 3,9 e 4,1 rifugiati (dati Unhcr 2015, agenzia Onu). Nonostante la legittima richiesta del sindaco di Norbello, 1210 anime, di coinvolgere gli altri comuni limitrofi nella gestione, sono mancate le proposte concrete, magari fatte anche attraverso una "pagina Facebook" istituzionale di cui attualmente il comune è sprovvisto.
Foto: Pixabay | CC0 Public Domain