Regionali 2014: Programmi su demografia e spopolamento
- Scritto da Luisa_Salaris
Invecchiamento e spopolamento: i grandi assenti dei programmi elettorali.
La Sardegna arriva all’appuntamento elettorale con importanti questioni sul tavolo e potrebbe sembrare eccessivo considerare i temi demografici una priorità per la nostra Regione. In realtà, ad approfondire meglio, la questione non è poi così irrilevante. Come è possibile programmare il futuro dei sardi senza la consapevolezza degli importanti mutamenti avvenuti nella sua popolazione negli ultimi decenni? E ancor più, senza essere coscienti delle sue caratteristiche attuali e di cosa riserva il futuro?
Fenomeni come la bassa fecondità (si fanno sempre meno figli), l’invecchiamento della popolazione (aumenta la quota degli ultrasessantacinquenni… guai a definirli anziani) non sono un’esclusiva della nostra regione, ma caratterizzano sia il resto d’Italia che l’Europa. Tuttavia in un contesto come quello sardo, dove alcune aree dell’isola sono già in condizioni di malessere demografico (spopolamento) e le previsioni demografiche prevedono un calo della popolazione sarda nel complesso, la situazione si presenta più problematica.
Nei programmi dei candidati alle regionali la questione demografica non è trattata in maniera a sé stante e non sempre è presa in considerazione, ma è tuttavia possibile trovarne traccia in maniera trasversale nelle politiche per la famiglia, per il sistema sanitario, per l’integrazione degli immigrati, per il piano urbanistico.
Le politiche previste a sostegno del mercato del lavoro danno rilievo alla necessità di favorire forme di conciliazione tra lavoro e famiglia. Il centrosinistra, inquadrata la questione nell’ambito delle politiche a garanzia della parità di genere, prevede azioni volte a sgravare il carico non retribuito delle cure familiari, spesso svolto dalle donne. Il centrodestra invece affronta la questione attraverso la fiscalità, prevedendo riduzioni fiscali per le famiglie numerose, rimborsi spese, contributi e bonus bebè. Per Sardegna Possibile la risposta è nell’attivazione di premialità per le aziende che praticano politiche di conciliazione.
In generale, appare lecito chiedersi come tali interventi si armonizzeranno con il quadro normativo nazionale e in che modo queste potranno influire sulle diverse tipologie di lavoratori. Aldilà delle intenzioni, negli schieramenti non trapela una ragionata consapevolezza che il mancato sostegno a famiglie e fecondità ipotecherà la capacità della popolazione sarda di garantirsi un futuro e che, in alcune aree, il mancato ricambio generazionale potrà minare alla sopravvivenza stessa dei centri abitanti.
L’invecchiamento strutturale della popolazione, ovvero il numero crescente di persone che raggiungeranno e supereranno i 65 anni, chiama in causa il sistema sanitario ed assistenziale.
Il centrosinistra definisce questo fenomeno “una sfida” e pone l’accento sulla necessità di diversificare le azioni rivolte a questa componente della popolazione, allo scopo di migliorarne la qualità della vita. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso politiche sociali di invecchiamento attivo, programmi di prevenzione e incoraggiamento alla pratica sportiva, affrontando questo fenomeno non esclusivamente come una questione di gestione sanitaria, ma proponendo una nuova dimensione sociale dell’anziano.
Diversa appare la prospettiva con cui il centrodestra guarda all’invecchiamento, senza affrontare il fenomeno da un punto di vista sanitario, ma declinando il tema come un’opportunità legata alla peculiare longevità della popolazione sarda e proponendolo come un elemento di promozione del territorio e un’occasione favorevole alle ricerche a livello internazionale sui fattori che determinano quello che viene definito un invecchiamento di successo.
Dopo fecondità e sopravvivenza, altro tema demografico è quello delle migrazioni. Nei programmi questo argomento è quasi totalmente assente e accidentalmente si incrocia nel dibattito sulla disoccupazione giovanile dove l’emigrazione dei giovani è visto come un fallimento delle politiche per il lavoro.
In realtà questa perdita, se letta in termini demografici, risulta essere ancora più rilevante, poiché, per ogni giovane che emigra, la Sardegna non perde solo un abitante (e il suo capitale umano), ma anche quello che potremo definire il suo “potenziale riproduttivo”. Il giovane emigrato con tutta probabilità metterà su famiglia e farà dei figli nella sua nuova residenza, e la Sardegna avrà dunque non solo un emigrato in meno, ma una famiglia in meno.
Per quanto concerne l’altro versante, ovvero chi arriva, solamente il centrosinistra affronta la questione nell’ambito delle politiche per l’integrazione degli immigrati, puntando alla creazione di un osservatorio ed al potenziamento del ruolo dei mediatori culturali.
Infine, lo spopolamento. Solamente il centrodestra mette la lotta allo spopolamento tra le priorità del suo programma di governo e punta al rilancio delle aree interne, anche se le azioni proposte necessiterebbero di maggiori dettagli, soprattutto rispetto alla copertura finanziaria degli interventi. Anche il candidato Pili, inconsapevolmente, affronta il problema dello spopolamento – parlando di una possibile riforma del piano urbanistico – e ponendo il problema della riqualificazione delle abitazioni abbandonate e in disuso, presenti in misura sproporzionata rispetto alla popolazione residente. Quest’ultima tematica rappresenta il grande assente nei programmi elettorali.
Appare lecito chiedersi come sia possibile proporre e programmare “ristrutturazioni” dell’amministrazione regionale nei diversi ambiti (lavoro, economia, sanità) o nuovi modelli di sviluppo economico senza riflettere seriamente sulla distribuzione della popolazione e sulla sua composizione, sia rispetto alle sue caratteristiche attuali che future.
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TABELLA RIASSUNTIVA
Cominciamo il domani | Per il centrosinistra la questione demografica ruota intorno a due grandi temi: il mercato del lavoro e il sistema sanitario. Rispetto alle politiche per il lavoro si prevedono azioni volte a favorire la “conciliazione tra responsabilità lavorative e compiti di cura familiari”, ovvero “servizi per l’infanzia (…) cura di anziani e disabili”, che costituiscono spesso un carico “non remunerato richiesto prioritariamente alle donne”. L’idea di una società e di un sistema sanitario definito “inclusivo” porta l’attenzione sulla necessità di programmi di invecchiamento attivo, sull’importanza della prevenzione e dell’attività sportiva, quali possibili strumenti per un miglioramento del sistema di cure ed assistenza. |
Fronte Indipendentista Unidu | Nessun riferimento. |
Movimento Zona Franca | Nessun riferimento. |
Sardegna Possibile |
Per Sardegna Possibile la questione demografica è accidentalmente presa in considerazione ed emerge nelle azioni piuttosto che nelle politiche. In riferimento al mercato del lavoro, ad esempio propone di “attivare precise premialità per le aziende che praticano politiche di conciliazione tra lavoro e maternità/paternità”, azione che certamente andrebbe ad influire positivamente sulla propensione dei sardi a mettere al mondo dei figli. Nel discutere del sistema sanitario, anche qui il riferimento alle caratteristiche strutturali della popolazione sarda avviene quasi inconsapevolmente, nella proposta di “riorientamento dei servizi e organizzazione dei presìdi sanitari in base alle caratteristiche socio-economiche e demografiche del territorio”. |
Schiena dritta, testa alta | Sono le tematiche relative al piano urbanistico e al sistema sanitario che consentono a Mauro Pili di sfiorare la questione demografica. Rispetto allo spopolamento non vi è un riferimento chiaro, ma è tracciabile nella proposta di “rimodulazione fattiva dell’enorme quantità di abitazioni, il cui numero è sproporzionato rispetto alla popolazione residente”. Più consapevoli e ragionate appaiono gli obiettivi per il sistema sanitario connesse all’invecchiamento e a “il determinarsi di un forte incremento dei problemi legati alla non autosufficienza…”.Le azioni mirano a “completare la rete delle strutture territoriali di assistenza” ed “ampliare e diversificare l’offerta dei possibili interventi”. |
Ugo Cappellacci presidente | Il centrodestra richiama l’attenzione dell’elettorato sui temi dello spopolamento, delle politiche per la famiglia e della longevità. Una regione “senza periferie contro lo spopolamento” richiede “un processo di reale rilancio delle specificità, delle vocazioni e delle produzioni tipiche del territorio”, attraverso azioni di integrazione tra aree e il potenziamento delle infrastrutture. Le politiche per la famiglia sono affrontate con un taglio marcatamente fiscale, attraverso riduzioni fiscali per le famiglie numerose, rimborsi spese, “sostegno aggiuntivo alle famiglie per assistenzadisabili e anziani non autosufficienti, bonus bebè”. Infine, l’invecchiamento proposto come un’opportunità di promozione del territorio e di ricerca internazionale. |
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