Scandalo Fluorsid: scoperto un quarto sito inquinato
- Scritto da Paolo Ardu
Sarebbe un'area in cui venivano spostati pericolosi rifiuti industriali tra cui lastre di Eternit, intanto la Regione chiede l'intervento dell'Ispra.
Resta ancora tutto coperto dal segreto istruttorio ma, dopo un'area interna allo stabilimento di Macchiareddu (Ca), la Vecchia laveria di Terrasili ad Assemini e la cava di Monastir (messa sotto sequestro sabato scorso), sarebbero saliti a quattro i siti inquinati. Un'area che si aggiunge alle altre tre in cui, stando alla ricostruzione del Gip, venivano spostati i pericolosi rifiuti industriali, gli scarti di lavorazione e i materiali delle bonifiche (tra i quali le lastre di eternit, il fibrocemento dei capannoni). “Tutto sotterrato” – raccontano i testimoni.
Inquinamento alle stelle: la Regione rompe il silenzio e chiede l'intervento dell'Ispra
Dopo giorni di silenzio la Regione ha chiesto all'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, di effettuare un'ispezione straordinaria nelle aree della Fluorsid di Macchiareddu (Ca), che ricade un'area Sin, Sito di interesse nazionale. La preoccupazione nasce da quanto scritto nell'ordinanza di custodia cutelare dei vertici della Fluorsid, dal Gip: “Nelle acque dello stagno di Santa Gilla sono state rilevate dalle centraline di monitoraggio quantità di alluminio 3.745 volte superiori ai limiti di legge, per i fluoruri pari a 1.154 volte oltre la soglia consentita e per i solfati (51 volte)”.
LEGGI ANCHE | Ecoreati: fatta la legge tagliati i controlli
Su pressione di associazioni ambientaliste, dei sindaci dei comuni dell'area metropolitana e di 11 consiglieri firmatari di un'interrogazione, la giunta Pigliaru ha riunito a Villa Devoto un tavolo tecnico permanente per approfondire le questioni di tutela ambientale e salute pubblica legate alla vicenda della Fluorsid di Macchiareddu, che ha portato quasi una settimana fa all'arresto di sette persone con l'accusa di associazione per delinquere e disastro ambientale.
Assieme agli assessori competenti sono presenti al tavolo tutti i soggetti regionali interessati ad autorizzazioni e controlli in aree industriali, in particolare Macchiareddu e Santa Gilla. Al termine della riunione la Regione “contatterà le amministrazioni locali interessate per riferire sull'andamento dei lavori e programmare le prossime azioni”.
La società: a metà tra pubblico e privato la Fluorsid spa inquina e fa utili
La Fluorsid coinvolta nell'inchiesta nasce nel 1969 e opera nella chimica del fluoro, nel settore minerario e dei metalli. Il sito del Fluorsid Group è recentissimo (2017). Per anni è stata compartecipata dalla Regione e, sebbene nel 2011 abbia esercitato il diritto di recesso di 560mila azioni, queste risultano “ancora oggi depositate nella tesoreria della Regione” – ha denunciato il consigliere regionale Francesco Agus, invitando la giunta alla discussione in aula.
Se nel biennio 2013-14 aveva registrato, rispettivamente, ricavi per 110 milioni e quasi 109,5 milioni, nel 2015 questi hanno sfiorato i 116 milioni di euro. Una crescita confermata dagli utili che, dal mezzo milione di euro del 2013, sono saliti a oltre un milione nei due anni successivi (1,8 milioni nel 2014 e circa 1 milione di euro nel 2015). Nella Fluorsid spa il patron del Cagliari calcio, Tommaso Giulini, detiene il 21,05 per cento del capitale, mentre il Fluorsid group srl il restante 78,95. E in quest’ultima società a responsabilità limitata, Giulini è l’azionista di maggioranza col 90,65 per cento di quote. Tra i soci, con l’1,31, anche Michele Lavanga, il direttore dello stabilimento finito agli arresti.
La vicenda: la Fluorsid inquina impunita, 7 arresti
Il 16 maggio scorso gli agenti del nucleo investigativo provinciale di Cagliari del Corpo Forestale della Regione Sardegna dopo un blitz nello stabilimento del presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini (al momento non coinvolto) hanno arrestato, su ordine del Gip Cristina Ornano e su richiesta del pm titolare delle indagini Marco Cocco, sette persone, tra dirigenti della Fluorsid e della societa appaltatrice, sospettati di aver causato un gravissimo inquinamento del suolo, dell'aria e degli allevamenti attorno all'azienda.
Sono finiti in carcere a Uta con l'accusa di associazione a delinquere e disastro ambientale l'Ad e direttore dello stabilimento di Fluorsid di Macchiareddu (Ca) Michele Lavanga, il responsabile della sicurezza Sandro Cossu, della produzione Alessio Farci, e per la ditta esterna Ineco (vincitrice dell'appalto) gli operai Simone Nonnis e Marcello Pitzalis. Ai domiciliari per ragioni di età Armando Bollani e per ragioni di salute Carlo Lecis. Il 19 maggio a Nonnis sono stati concessi i domiciliari dopo l'interrogatorio di garanzia durato oltre 8 ore, nel quale ha collaborato con gli inquirenti ricostruendo il suo ruolo nell'intera vicenda. Sabato è stato scarcerato anche l'altro operaio, Massimiliano Pitzalis, anch'egli posto ai domiciliari.
Foto | allen watkin su Flickr