Nella Sardegna senza sanità di base per la regione vanno giù i tempi d’attesa
- Scritto da Effe_Pi
L’assessore Doria parla di abbattimento delle attese per prestazioni sanitarie rispetto al 2018 ma nei paesi senza medici tornano ambulatori che sembrano venire dagli anni ’50.
È una Sardegna dove – soprattutto lontano dalle città – moltissimi cittadini sono rimasti senza medico di base, anche persone anziane e che in molti casi vivono sole, mentre nei paesi, in particolare dell’oristanese, sono tornati gli ambulatori “di guerra” con medici mandati da fuori per ricette, prescrizioni e ordinaria amministrazione, che secondo le testimonianze raccolte da IteNovas non avrebbero a disposizione nemmeno un computer e scrivono tutto su un grosso registro cartaceo – che richiama proprio i tempi di guerra o gli anni ’50 – ma dove soprattutto le file per entrare, anche fuori e sotto la pioggia, spesso necessitano da parte dei pazienti almeno mezza giornata.
Questa stessa terra è però quella dove – secondo la giunta regionale – negli ultimi 5 anni si sono ridotti i tempi di attesa per la maggior parte delle prestazioni sanitarie. 'Il confronto tra il mese di aprile del 2018 e lo stesso periodo del 2023 - dichiara l'assessore della Sanità, Carlo Doria - restituisce un quadro con diversi indicatori in miglioramento rispetto a cinque anni fa. Parliamo di tempi d'attesa che possono e devono essere migliorati ancora, ma il trend che registriamo oggi, specie se si considera il peso che ha avuto la pandemia sul nostro sistema sanitario, ci dice che il lavoro e gli sforzi fatti vanno nella direzione giusta. Ritengo, inoltre, sia doveroso nei confronti dei cittadini fare un'operazione di verita' e chiarezza sul tema delle liste d'attesa in Sardegna”.
Nello specifico, secondo la regione, si riducono i tempi d'attesa per le prime visite di chirurgia vascolare (28 giorni in media ad aprile 2023, contro gli 84 registrati nello stesso periodo del 2018), oculistica (73 giorni contro 119), ginecologia (19 contro 36) e urologia (101 giorni nel 2023 contro 111 del 2018). Tendenza positiva anche sulle attese per gli esami strumentali, si passa dai 192 giorni d'attesa che risultavano necessari per una mammografia nel 2018 ai 118 del 2023 per una mammografia monolaterale, che si riducono ulteriormente a 79 per l'esame bilaterale. Nelle diverse tipologie di esame con la tac la performance migliore la registra quella al torace (in media necessari 19 giorni, o 37 se con contrasto, contro i 90 giorni del 2018). In calo i tempi d'attesa anche per le tac all'addome superiore (dove oggi i giorni necessari per la prestazione sono in media 26, contro i 68 del 2018), tac all'addome inferiore (mediamente 19 giorni necessari ad aprile 2023 contro 76 giorni del 2018) e tac addome completo (33 giorni contro 96 del 2018).
Cifre che sembrano positive ma che vengono contestate dall’opposizione, in questo caso dalla consigliere del Movimento 5 stelle, Desirè Manca, secondo cui questi sono i dati forniti “proprio dagli uffici dell'assessorato: oltre 12 anni (4.400 giorni) di attesa per prestazioni oncologiche, circa 11 (4.100 giorni) per ematologia e ancora, più di otto anni (3mila giorni) per cardiochirurgia, quasi dieci anni (3.600 giorni) per neuropsichiatria infantile, oltre quattro anni (1.500 giorni) per ginecologia, quasi quattro per il Centro ustioni”. Manca è stata la prima firmataria della mozione di sfiducia (tecnicamente di censura) contro l'assessore Carlo Doria, nominato a novembre da Solinas dopo essere stato bocciato alle elezioni politiche, mozione dell’opposizione che è stata respinta dal consiglio regionale.
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