Recovery plan, per i sindaci Sardegna a rischio flop
- Scritto da Effe_Pi
L’isola poco citata nel documento del governo Draghi che dovrebbe risollevare il meridione da storiche difficoltà economiche, e la regione finisce sotto accusa.
Sul Recovery Plan la Sardegna rischia concretamente “il più clamoroso flop degli ultimi decenni". A scriverlo sul suo profilo Facebook è il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana. "I responsabili saranno coloro che, nelle scorse settimane e negli scorsi mesi, hanno inquinato il dibattito su cose che non stavano né in cielo né in terra e meno che mai nelle azioni previste dalla Commissione Europea nel Next Generation Ue".
"La Sardegna sul Recovery Plan ha accumulato un ritardo che - stando così le cose - non so se sia più colmabile", aggiunge Deiana. "Nel meridione stanno festeggiando, giustamente, interventi capaci di modificare la qualità di vita dei territori. Qui si continua con la cortina fumogena”. In particolare, a non passare inosservato il fatto che l'Isola non sia citata nella parte dedicata agli "investimenti sulla rete ferroviaria" e all'estensione dell'alta velocità al Sud. Si considerano infatti altre tratte, come la Napoli-Bari, la Palermo-Catania e la Salerno-Reggio Calabria.
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Certamente, delle risorse previste per tutte le sei missioni del Pnrr beneficerà anche la Sardegna, come tutte le altre Regioni, come pure del fatto che ben 82 miliardi di euro saranno dedicati allo sviluppo del Mezzogiorno, ma la sensazione percepita da più parti è che il Recovery non sarà la chiave di svolta per colmare il gap dell'Insularità. "Non vedo nulla di diretto per i trasporti - spiega la vicepresidente della Regione e assessora del Lavoro Alessandra Zedda - io avrei messo in sicurezza tutto ciò che riguarda il trasporto aereo e marittimo da e per l'Isola". Il deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda manifesta "profonda delusione perché la Regione non è mai menzionata nel capitolo sulle ferrovie: solo riferimenti al collegamento tra porto e aeroporto di Olbia e investimenti per la stazione di Oristano, mentre nessuno per la rete ferroviaria Olbia-Nuoro, già oggetto di mie interrogazioni".
Per quanto riguarda la Transizione ecologica, il consigliere regionale di Sardegna 20Venti Stefano Tunis osserva che "il Piano parla di green new deal e del contesto produttivo adatto a non alterare l'ambiente, ma tace sul fatto che altri modelli produttivi l'hanno fortemente inquinato, e la posta sul recupero ambientale è inesistente". Secondo il vicepresidente della commissione Bilancio Cesare Moriconi (Pd) la domanda da porsi è se la Sardegna potrà superare i divari legati all'insularità: "Purtroppo in quest'occasione non abbiamo saputo combattere la battaglia per colmare il gap - osserva -, non abbiamo colto nemmeno lo spiraglio del fondo aggiuntivo che fa parte dei 248 milioni e che Draghi ha istituito per derogare alle regole rigorose dell'Ue così da recuperare i progetti in eccedenza. Insomma, è mancata la negoziazione politica".
Il consigliere dem Roberto Deriu scrive in una nota che "la Sardegna non arriva pronta alle sfide contemporanee: è sul palcoscenico del XXI secolo da comparsa". Rimedì? "Sì, ma non sono le ricette demagogiche, non sono le bacchette magiche. Serve invece una nuova grande azione congiunta delle forze migliori, ovunque siano". La verità, attacca l'esponente dell'opposizione, è che "da molti anni l'amministrazione pubblica nelle sue molte componenti non si è attrezzata alla pianificazione e alla programmazione. Ci sono molte difficoltà da superare, molte riforme da fare, nessun populista, nessun demagogo, né di destra né di sinistra è in grado di affrontare". E ora per Deiru tutto è più difficile: "Debole è il Centro regionale di programmazione, sguarniti gli assessorati, devastato l'apparato sanitario, sgangherati gli enti, con qualche piccola eccezione produttiva e innovativa. Solo l'università ha avuto, negli ultimi sette anni, un recupero di risorse materiali e umane e d'iniziativa".
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