Piccoli comuni: in Sardegna sono oltre l'80%
- Scritto da Effe_Pi
Secondo i dati dell'Anci l'isola è una delle regioni con più piccoli municipi, molti dei quali sotto i 1000 abitanti.
La Sardegna è una delle regioni italiane con più piccoli comuni, ben 314 su 377 totali presenti, con una percentuale pari all’83,3% contro una media nazionale poco oltre il 70%. Solo Valle d’Aosta e Trentino – Alto Adige hanno percentuali maggiori, ma sono regioni piccole e particolari visto che tutto il loro territorio è montuoso. Sono dati emersi nel corso dell’Assemblea nazionale dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) in corso a Firenze, in particolare dall’Atlante dei piccoli comuni presentato nell’occasione. L’isola si conferma quindi una delle zone il cui territorio è più frammentato in piccoli comuni, che quindi avrebbe più bisogno di corpi “intermedi” come province e regione, di cui invece ogni giorno si mettono in discussione i poteri quando non la stessa esistenza.
Inoltre, in Sardegna è massiccia anche la presenza di comuni piccolissimi, quelli al di sotto dei 1000 abitanti, particolarmente presenti nell’area centro occidentale dell’isola: sono ben 119, pari al 31,6% dei municipi sardi e al 37,9% dei piccoli comuni in regione. Siamo nella media nazionale invece per quanto riguarda le donne presenti nelle istituzioni: abbiamo infatti 39 sindaci al femminile di piccoli comuni, con una percentuale pari al 12,5% (quella italiana media è il 12,4%), mentre sono solo 6 nei comuni al di sopra dei 5mila abitanti. I sindaci sotto i 35 anni nei piccoli comuni sardi sono 18, una percentuale del 7,8% contro una media nazionale del 4,6%, mentre non ce n’è nessuno in quelli sopra i 5mila abitanti. In Sardegna i dipendenti dei piccoli comuni sono 4mila 866, su un totale di oltre 12mila, in percentuale il 38,5% contro un 17% a livello italiano.
Il 32% dei sardi vivono in piccoli comuni, oltre 500mila persone, mentre oltre il 70% del territorio della regione è occupato dagli stessi.
All’Assemblea del capoluogo toscano ha partecipato anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che ha parlato di una “diseducazione collettiva istituzionalizzata a pagare. Quando lo Stato si accorge che mancano risorse fa pagare i cittadini, ma non c'è mai uno sforzo reale di far pagare chi non paga". Il primo cittadino cagliaritano si è poi domandato se "lo stesso lavoro fatto dai sindaci per ridurre le spese è stato fatto negli altri meandri dello Stato”, e ha concluso dicendo di volere “realtà e verità su chi paga".