Giro d'Italia 100 saluta la Sardegna tra le polemiche
- Scritto da Paolo Ardu
Giorni di bilanci per la tre giorni sarda del Giro d'Italia numero cento. Dopo l'arrivo a Cagliari e l'addio alla Sardegna. Ma non senza polemiche.
Puntine e polemiche, tra fori e fiori di Sardegna
Sulle strade sarde hanno forato in tanti, in particolare nella tappa Tortolì-Olbia. Jungels, Maestri, Brutt e Serry, Anacona, Dillier, Mendes, Andreetta e Zakarin, quest'ultimo costretto ad inseguire come nel giorno precedente. E l'Anas ha dovuto raccogliere una certa quantità di puntine dall'asfalto. Cronisti sportivi riferiscono di dover risalire ad una tappa del Tour di cinque anni fa per contare un numero così alto di forature in un così breve lasso di tempo (escluse quelle nei pavé). Ma i fori che hanno fatto più discutere in assoluto sono quelli (di proiettile) che un giornalista del Tg1 in giro per la Barbagia ha visto sui cartelli stradali.
Fori per l'occasione coperti da fiori colorati. E che il cronista ha pensato di associare a degli episodi della cronaca più recente di cui aveva ricordo. Certo, anche questa bellissima Sardegna, oltre il mare, i paesaggi e Giorgia Palmas ha qualcosa che non va!
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Ci è venuta in mente la parodia del mondo giornalistico e di quello televisivo di “Chi l'acciso” nel film di Maccio Capatonda (“Omicidio all'italiana”). In realtà il giornalista non voleva parlar male della Barbagia, ma voleva raccontarla senza conoscerla bene, pensando più all'audience della cronaca nera. Inseguire la cronaca, poi, è più semplice che chiedere per strada dei figli disoccupati, di quelli che se ne vanno, delle difficoltà che le famiglie hanno per raggiungere quotidianamente le strutture ospedaliere più vicine, delle scuole “ridimensionate” o delle poste che chiudono. E in ogni caso il tutto non andrebbe mischiato, ancora di più in servizi dai tempi tirati.
Le accuse al Tg1 e i bilanci della Regione
Il servizio giornalistico è andato in onda durante il Tg delle 20 e la polemica in poco tempo si è fatta politica. Dalla Regione l'assessore Maninchedda ha addirittura bollato il servizio giornalistico come un'operazione Rai “che rasenta il razzismo”. E dalle colonne del suo blog ha invitato deputati e senatori sardi a “considerare l'ipotesi di addebitare alla Rai un danno di immagine alla loro Regione”. Un'immagine della Sardegna che passa attraverso grandi eventi sportivi, per far conoscere l'isola e fare da traino al turismo. Questa tre giorni ha infatti contato anche 4,4 milioni di euro di investimenti pubblici, di cui circa 3 milioni quello per la gestione dell'evento alla Rcs Sport. Su ogni euro investito ne sono stati calcolati 4 spesi nel territorio.
Il resto del finanziamento è stato diviso ai quattro Comuni di tappa (Alghero, Olbia, Tortolì e Cagliari), le attività degli aeroporti e la campagna di comunicazione istituzionale CamineRas in Rosa che ha attraversato 52 località in tutta la Sardegna. Oltre le strade colorate a festa, tra spettatori davanti alla televisione, dirette su Raiplay e utenti unici su Twitter e Facebook, le tappe sarde del Giro d'Italia sono state viste da alcuni milioni di persone in 190 Paesi di tutto il mondo.