Porcetto all’Expo: 5 motivi per non essere felici
- Scritto da Effe_Pi
Finalmente accolto il maialetto sardo alla kermesse milanese sul cibo: ma siamo proprio sicuri che per i simboli della Sardegna sia una buona idea esserci?
Una lunga polemica che si è conclusa al meglio, almeno all’apparenza. Il maialetto sardo sarà tra i cibi protagonisti dell’Expo 2015 di Milano, in partenza il prossimo primo maggio, dopo una diatriba che ha opposto la Regione sarda (e moltissimi cittadini) agli organizzatori ma soprattutto al Ministero della Salute, che aveva escluso uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria dell’isola per i rischi legati alla Peste suina. Sono intervenuti assessori, personaggi televisivi e della politica (Rita Dalla Chiesa e Michela Brambilla su tutti) e addirittura il ministro Beatrice Lorenzin, per dire la propria sul porcetto all’Expo, con un proliferare di fotomontaggi, slogan e insulti su Facebook degni di miglior causa. Ma ora, fatto salvo il principio, è sicuro che per i piatti della tradizione sarda partecipare alla kermesse milanese sia cosa buona e giusta? ecco i 5 motivi per cui, tutto sommato, potrebbe anche non esserlo.
1) Partecipare significa avallare un progetto che nel nome del cibo di qualità ha come sponsor principali le più grandi multinazionali del settore, su tutte Mc Donald’s, Coca Cola e Nestlé. Proprio sicuri che vogliamo che i cibi della nostra tradizione, simbolo di chilometro zero e “cibo lento” abbiano bisogno di essere accomunati a marchi che con questi valori sembrano avere poco a che vedere?
2) Expo 2015 significa anche lavoro gratis o sottopagato: delle 20mila persone che saranno impegnate nell’evento milanese, circa 18mila 500 lo faranno come volontari, e saranno retribuiti solo con dei buoni pasto, secondo un accordo un accordo tra l’organizzazione e i sindacati (almeno quelli confederali) che secondo molti avrebbe addirittura anticipato il renziano “Jobs Act”.
3) La magistratura indaga da oltre un anno sulla kermesse milanese, visto che a maggio del 2014 sono state arrestate sette persone per inchieste legate ad episodi di corruzione su lavori per Expo: tutti coinvolti in un giro di tangenti sugli appalti connessi ai lavori per l’importante evento legato all’alimentare.
4) L’Expo milanese rischia di essere ricordato soprattutto per i ritardi clamorosi nella realizzazione dei lavori sui padiglioni e le altre strutture necessarie, e vista la presenza di un forte movimento No Expo nel capoluogo lombardo (e non solo) i 184 giorni della sua durata potrebbero essere segnati da scontri e aspre polemiche politiche. Perché è così importante legare il nostro maialetto (e le altre delizie sarde) a un evento che rischia di godere di cattiva stampa anche all’estero?
5) Il Partito democratico milanese ha lanciato pochi giorni fa un’offerta degna di un grande supermarket: prevede che chi ha meno di 30 anni possa fare la tessera del partito e avere un biglietto per Expo a soli 25 euro contro i 50 euro che costerebbero normalmente. Un’operazione di marketing “politico” che è piaciuto a pochi nello stesso Pd e che dà un’idea di “svendita” legata all’evento meneghino, oltre ad associare fortemente lo stesso al governo attualmente in carica.