No scorie day: il 19 aprile la Sardegna si mobilita
- Scritto da Effe_Pi
Tutti a terra per un minuto nell'originale mobilitazione contro la possibilità che il deposito nucleare permanente venga costruito nell'isola.
Tutti giù per terra, almeno per un minuto, contro le scorie nucleari “italiane” in Sardegna. E’ l’originale protesta che sarà portata avanti nell’isola domenica 19 aprile, in occasione del "No nucle day", quando tutti i sardi che aderiranno alla protesta a mezzogiorno dovranno sdraiarsi a terra per un minuto in un luogo pubblico, mentre alla stessa ora suoneranno le campane delle chiese e le sirene delle navi. A lanciare la mobilitazione, il leader di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu, che ha annunciato la richiesta “alle chiese e alle autorità portuali di far suonare le campane e le sirene delle navi in porto alle 12. Dobbiamo dare un segnale chiarissimo, tutti i sardi insieme".
"La Sardegna è in pericolo - ha aggiunto Cumpostu - è vero che, stando a guardare i parametri di esclusione, la nostra isola sarebbe fuori. La nostra paura è che la decisione possa essere politica. Il popolo sardo però ha già detto come la pensa nel 2011 con il referendum". All'attacco anche Angelo Cremone, di Sardegna Pulita: "Non si può andare in ordine sparso - ha detto - dobbiamo stare sotto un'unica bandiera". L’annuncio è stato dato in occasione di una manifestazione tenuta ieri sotto i portici del Consiglio regionale, a Cagliari, anche se più della regione sono Governo, Ministero dell’ambiente e Sogin (la società pubblica che gestirà il deposito) a poter dare delle risposte ai sardi. Il coordinamento No nucle è comunque riuscito a costruire un fronte molto compatto, che teme soprattutto per i rischi legati alla salute, anche se probabilmente il rischio maggiore sarebbe quello della perdita “di valore” del territorio sardo come attrazione all’esterno, visto che sulla sicurezza la stessa Sogin offre garanzie ampie, arrivando addirittura a considerare il deposito “un’opportunità” per il territorio dove verrà costruito.
Sull’opposizione al deposito, malgrado le contraddizioni degli ultimi giorni su altri temi, sembra compatta anche la giunta regionale: "siamo pronti a ribellarci ad un'altra servitù, come quella sulle scorie nucleari", ha detto il presidente Francesco Pigliaru, intervenendo in Consiglio dopo la sollecitazione del suo predecessore Ugo Cappellacci: "di fronte a questo rischio dobbiamo essere pronti a stare molto saldi e compatti - ha chiarito il governatore – martedì l'assessore dell'Ambiente ha inviato la lettera al Governo e credo che dobbiamo essere vigili e uniti. Il prossimo passo è l'indicazione degli ambiti idonei, che potrebbero essere moltissimi, poi ci sarà la scelta vera e propria: noi resteremo vigili".