Amianto: vittime sarde verso denuncia per strage
- Scritto da Effe_Pi
La rabbia degli esposti alla micidiale fibra è esplosa in un convegno organizzato dalla Regione ad Oristano, dove solo negli ultimi due anni ci sono stati quattro morti.
Scoppia la rabbia dei sardi esposti all’amianto. ”Stato e Regione non possono continuare a far finta di nulla, devono stanziare le risorse per la bonifica e la tutela degli ex esposti e dei loro familiari, altrimenti siamo pronti a rivolgerci alla magistratura con una denuncia per strage”. Lo ha detto il presidente dell'Associazione ex esposti amianto Sardegna (Areas), Gianpaolo Lilliu, alla prima conferenza regionale convocata oggi a Oristano per iniziativa della Regione. Lilliu è un ex operaio della Sardit di Oristano, dove si fabbricavano manufatti per l'edilizia a base di amianto, protagonista delle lotte sindacali che portarono alla legge che proibì l'uso della micidiale fibra.
L'Associazione ha chiesto che la gestione dei contributi per le bonifiche venga tolta alle Province e assegnata ai Comuni e ha sollecitato l'istituzione di un fondo regionale per le vittime dell'amianto che integri quello dello Stato. La Sardegna è in ritardo sul fronte del risanamento ambientale ma qualcosa si sta muovendo. Sebbene Roma non preveda risorse finanziarie, l'assessorato dell'Ambiente ha proposto di destinare 10 milioni di fondi europei alla lotta contro l'amianto e ha dato avvio al Piano regionale, "strumento - ha sottolineato l'assessore Donatella Spano - di pianificazione dell'azione a tutela della salute dei cittadini e per le problematiche ambientali".
Il Piano prevede le modalità per il censimento dei siti, le risorse e i tempi; individua le imprese che effettuano il trattamento e definisce il raccordo con la gestione dei rifiuti. I dati testimoniano la drammaticità della situazione nell'Isola: quattro morti solo a Oristano negli ultimi due anni; 1.089 ex esposti, e quindi ad altissimo rischio, sotto osservazione sanitaria in questo momento, esclusi i molti casi di militari. E ancora: 1.700 siti pubblici o aperti al pubblico - comprese scuole materne e ospedali - e migliaia e migliaia di edifici privati per un totale di non meno di 500 mila metri cubi di materiali che contengono amianto compatto o friabile da smaltire.