Tasse su casa: in Sardegna evasi 26 euro ogni 100
- Scritto da Effe_Pi
Nell'isola evasi oltre 1 milione 250mila euro, complice la crisi che è sempre più drammatica, presentata in parlamento una mozione sulla "questione sarda" per interventi straordinari a sostegno dell'economia.
In Sardegna vengono evase oltre un quarto delle tasse sulla casa previste, in particolare 26,78 euro ogni 100, che ne fanno una delle regioni con la percentuale più alta in Italia. L’isola si trova dietro alla Calabria, la Campania, la Basilicata, la Sicilia e il Lazio, ma comunque ci sono oltre un milione 250 mila euro che i contribuenti sardi avrebbero dovuto versare all’erario per le abitazioni di loro proprietà e non sono mai arrivati. In totale, a livello nazionale sono 4 miliardi 271 milioni il totale del gettito mancante per quanto riguarda Imu e Tasi, con una media di 22 euro evasi ogni 100.
Un’evasione che sicuramente costringe chi paga a versare di più nelle casse dello stato. Del resto, che la Sardegna sia una delle zone dove maggiormente si avverte il peso della crisi economica lo dicono tutti gli indicatori, tant’è che anche a livello politico si chiedono misure straordinarie per risollevarla. La “questione sarda” è infatti arrivata ieri in Parlamento, con una mozione che ha come primi firmatari il senatore Luciano Uras (Sel) e il deputato Roberto Capelli (Centro democratico), ma che è stata firmata da molti altri parlamentari di tutte le forze politiche, sardi e non.
Nel documento si denuncia “la gravissima situazione in cui versa la Sardegna”, specificando che "a causa dei parametri imposti dalla finanza pubblica” sono anni che l’isola è colpita “nei diritti fondamentali, del lavoro, della mobilità di persone e merci, e dell'istruzione. I collegamenti in continuità territoriale sono sistematicamente messi in forse, mentre la dispersione scolastica ha raggiunto i più alti indici in Europa (27%)”. La Sardegna, proseguono i parlamentari, versa “un grande tributo verso lo Stato e l'intera comunità nazionale, ad iniziare dall’ampio territorio sottoposto a servitù militare”, e merita perciò - conclude la mozione - una “rinnovata attenzione da parte del Paese e delle Istituzioni parlamentari e di governo".