Tagli alle scuole: l’urlo di dolore dei comuni
- Scritto da Effe_Pi
Lettera aperta dei sindaci di Tramatza e Siamaggiore sulla chiusura delle scuole nei loro paesi, ma l'assessore alla cultura Firino difende la scelta della Giunta Pigliaru.
In Sardegna è duro scontro sui tagli alle scuole nei piccoli paesi, in particolare quelli dell’interno. La diatriba è principalmente tra la Giunta regionale e i comuni interessati, anche se la discussione si è infiammata perfino a livello di politica nazionale, con l’attacco del deputato di Sel Michele Piras alla Giunta Pigliaru (sostenuta finora anche dal suo partito) per queste scelte e la risposta piccata della sottosegretaria alla cultura, Francesca Barracciu, con un “Piras chi?” che fa il verso a quelli più famosi del premier Renzi. Di fatto, il “Piano di dimensionamento regionale” prevede la chiusura di 29 scuole delle 1580 presenti nell’isola, e in particolare a finire nel mirino sono state le 169 cosiddette “pluriclassi”, vale a dire quelle classi condivise tra bambini di età diverse, sul cui valore educativo esistono teorie pedagogiche diverse, da chi le considera un arricchimento a chi invece ritiene che “segnino” in modo negativo tutto il percorso scolastico.
Sicuramente a favore del mantenimento delle scuole, anche nei piccoli centri, sono gli amministratori e gli abitanti di questi, che si stanno battendo in tutti i modi per mantenere quello che è considerato un importante presidio che eviti lo spopolamento. IteNovas ha ricevuto la lettera aperta che hanno inviato i sindaci di Siamaggiore e Tramatza (due dei centri interessati) alla Regione e ai consiglieri eletti nella provincia di Oristano, in cui si critica la Giunta Pigliaru per non aver intrapreso “un percorso condiviso con i comuni interessati, volto a ragionare insieme i pro e i contro sulla soppressione dei punti di erogazione scolastici” oltre a chiedersi “perché ad oggi le notizie sulla chiusura siano arrivate a mezzo stampa/tv, e non con una preventiva informativa istituzionale”. Questo nonostante l’assessore alla Cultura, Claudia Firino, abbia rivendicato più volte la decisione come “il momento conclusivo di un percorso lungo e partecipativo”.
I sindaci, Stefano Pala e Giuseppino Piras, continuano ricordando che negli anni scorsi i loro comuni hanno “compiuto degli sforzi notevoli al fine di consentire alla scuola di vivere in una situazione ottimale. Si è provveduto alla ristrutturazione degli edifici, alla sistemazione di aree sportive adiacenti, all’efficientamento energetico, alla fornitura di nuovi arredi, alla dotazione di reti internet”, spendendo centinaia di migliaia di euro “per strutture che poi finiranno, in caso di chiusura, per essere un peso per le nostre comunità”. I sindaci chiedono comunque la sospensione del piano, almeno per l’anno 2015-2016, e il riavvio di un dialogo con l’amministrazione regionale per stabilire insieme cosa sia meglio fare: proposte che dovrebbero essere del tutto accettabili per una donna di sinistra come l’assessore Firino, visto che l’obiettivo è quello che “in ogni angolo della Sardegna ci dev’essere una scuola di qualità, con le stesse capacità di essere attrattiva, inclusiva, bella e eccellente del servizio offerto nei Comuni più grandi”.