Pesticidi: acque sarde tra le meno inquinate
- Scritto da Effe_Pi
Nell'isola percentuali più basse rispetto alla media nazionale, ma ancora poche le sostanze controllate secondo i dati del rapporto nazionale ISPRA sui pesticidi nelle acque.
L’Italia è il paese dei pesticidi nelle acque, e anche la Sardegna non è certo esente dal problema anche se la percentuale di campioni contaminati è più bassa della media nazionale, che per il 2012 è del 56,5% per quanto riguarda le acque superficiali e del 31% per le acque sotterranee. In Sardegna c’è un totale di 185 punti di monitoraggio (numero molto maggiore rispetto alle altre regioni del centro-sud), di cui 108 sono relativi alle acque superficiali e 77 a quelle sotterranee, secondo i dati dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che oggi ha pubblicato il rapporto nazionale sui pesticidi. Nell’isola sono state cercate 33 sostanze in superficie e 38 in profondità, numero invece più basso che in molte altre regioni, sintomo probabilmente di indagini da approfondire: secondo le mappe fornite dall’ISPRA, i punti critici per le sotterranee sono intorno al Golfo di Oristano e nel sassarese, mentre per le superficiali nei dintorni di Cagliari la situazione sembra essere più critica.
A livello nazionale, sono state trovate nelle acque ben 175 sostanze, con in cima alla lista gli erbicidi: aumentata anche la presenza di fungicidi e insetticidi. La presenza di pesticidi risulta più diffusa nella pianura padano-veneta, ma questo dipende non solo dall’intenso uso agricolo e dalle caratteristiche idrologiche di quel territorio ma anche dal fatto che le indagini condotte nelle regioni del nord sono più mirate ed efficaci. La situazione è, altrove, ancora abbastanza disomogenea: dal Molise e dalla Calabria non è pervenuto nessun dato e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come il numero delle sostanze cercate. D’altra parte, dove il monitoraggio è migliorato, sono state evidenziate aree di contaminazione significativa anche nel centro-sud.
Nelle acque superficiali, il 17,2% dei punti di monitoraggio (253) presenta concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono il glifosate e il suo metabolita AMPA, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina e il suo principale metabolita. Nelle acque sotterranee, il 6,3% dei punti di monitoraggio (152) supera i limiti: le sostanze, in questo caso, sono bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor. Altro dato importante è che nei campioni sono spesso presenti miscele di sostanze diverse: ne sono state trovate fino a 36 contemporaneamente. L’Uomo, gli altri organismi e l’Ambiente sono, pertanto, esposti a un “cocktail” di sostanze chimiche di cui non si conoscono adeguatamente gli effetti, per l’assenza di dati sperimentali.