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Autunno in Barbagia 2019 a Orune | 14 e 15 dicembre

Orune, 14 e 15 dicembre 2019
Centro storico
Ingresso libero

La straordinaria concentrazione di siti archeologici rende il territorio di Orune uno dei più affascinanti di tutta la Sardegna. Le “domus de janas”, in località Marreri, i dolmen di Istithi e i numerosi menhir, chiamati in sardo “perdas fittas”, testimoniano la presenza di antichi insediamenti fin dal Neolitico.

Durante il Medioevo la “Villa di Oruni” faceva parte del Giudicato di Gallura. A seguito della conquista aragonese, insieme ai centri vicini, si mostrò ostile al nuovo sovrano che lo concesse in feudo a Giovanni d’Arborea, fratello traditore del Giudice Mariano IV, schieratosi con gli invasori.

Durante la guerra tra i catalano-aragonesi e il regno d’Arborea il villaggio entrò a far parte dei territori guidati dal sovrano sardo. Con la vittoria delle truppe iberiche il centro passò al marchesato di Oristano fino alla sua confisca, nel 1477, come conseguenza della ribellione guidata dall’ultimo marchese: Leonardo Alagon.

Nei secoli successivi Orune fu infeudato a diversi nobili scelti dai sovrani aragonesi. Con il passaggio dell’Isola ai Savoia, nel 1720, fu mantenuto l’istituto del feudalesimo fino alla prima metà dell’Ottocento.

I pesanti tributi pretesi dai feudatari portarono nel XVIII secolo allo scoppio di ripetute rivolte. Una nuova ondata di sommosse si scatenò a seguito dell’emanazione dell’editto delle chiudende, nel 1820, che imponeva la privatizzazione delle terre pubbliche, minando l’economia del centro basata prevalentemente sulla pastorizia. Tra le lotte per l’uso delle terre quella tra Bitti e Orune si concluse con la celebre cerimonia delle “Paci” nel dicembre del 1887, avvenuta nella chiesa di San Giovanni.

Orune vanta un ricchissimo patrimonio culturale: il visitatore potrà scoprire straordinari siti archeologici che raccontano la vita delle popolazioni locali a partire dal Neolitico ma anche i bellissimi manufatti artigianali, testimoni di antichi saperi che si tramandano da secoli.

Tra i ritrovamenti più suggestivi dell’epoca nuragica vi sono i monumenti sacri dedicati al culto delle acque: Su Lidone, Su Pradu, Lorana, e l’eccezionale fonte sacra di Su Tempiesu edificata nelle fasi finali del Bronzo Recente e frequentata sino alla prima età del Ferro. Scoperta nel 1953 su un fianco di una collina di scisto, in località Sa costa de sa binza, mostra l’unica testimonianza di copertura di una fonte sacra.

Orune fa parte del parco letterario intitolato a Grazia Deledda: qui si possono riconoscere i luoghi citati dalla scrittrice in Colombi e Sparvieri, uno dei suoi famosi romanzi. Nell’opera il paese è chiamato Oronou «con le sue casette rossastre fabbricate sul cocuzzolo grigio di una vetta di granito, con le sue straducole ripide e rocciose». Tra gli edifici descritti vi è la parrocchiale di Santa Maria della Neve: costruita nell’Ottocento conserva interessanti tempere murali nella navata e nella volta realizzate da Antonio Caboni.

Nel centro storico è custodita Casa Murgia, un tipico esempio di palazzo signorile del Novecento. Dal cortile interno si accede al locale in cui è ancora presente l’antica centrale elettrica che forniva energia a tutto il paese.

Programma di Autunno in Barbagia 2019 a Orune:

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