Sardegna, 140mila le case che devono diventare green
In base alla nuova direttiva europea questi sono i calcoli della Cna sarda sulle abitazioni che hanno necessità di ristrutturazione nei prossimi anni.
In Sardegna sono quasi 140 mila le abitazioni che hanno una classificazione energetica G (la più bassa) e che, secondo la Cna regionale, potrebbero essere interessate dalla direttiva ratificata dal Parlamento europeo all'inizio di maggio. In base alla normativa, tutti gli edifici residenziali europei dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. In base a un'analisi del Centro Studi dell'associazione di categoria artigiana, solo per raggiungere il primo dei due obiettivi (classe energetica E), limitato al 15% delle abitazioni più energivore, ogni anno nell'Isola potrebbe essere necessario intervenire su circa 14 mila abitazioni all'anno, con un investimento complessivo di 7,8 miliardi in 10 anni.
Un dato da comparare con la 'normale' attività di ristrutturazione che negli ultimi dieci anni ha comportato un esborso di circa 11,6 miliardi. Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente della Cna Costruzioni Sardegna, evidenziano che "si tratta di un ritmo maggiore di quello raggiunto nell'ultimo biennio con i lavori del superbonus 110%, ovvero, 16.800 unità abitative in poco più di due anni (12.572 nel solo 2022). In termini di investimento atteso, considerando le similitudini con la tipologia di intervento relativa al superbonus (anche il quel caso l'obiettivo era di innalzare di due classi l'efficienza energetica degli immobili), si può considerare un costo medio per intervento di 56mila euro (valutati a valori costanti 2019).
Così facendo si arriva a una stima complessiva di 7,8 miliardi, un dato da comparare con la 'normale' attività di ristrutturazione che, guardando alle stime Cresme, negli ultimi dieci anni ha comportato un esborso di circa 11,6 miliardi (a valori costanti 2019)". Per i due esponenti dell'associazione artigiana, "gran parte di questi investimenti sono da considerarsi aggiuntivi, riferiti, cioè, ad abitazioni che non sarebbero oggetto di interventi in mancanza di obbligo di legge. Ovviamente, molto dipenderà dalla ridefinizione delle classi energetiche, che determinerà la profondità dell'intervento edilizio necessario per raggiungere le performance richieste dalla normativa. In qualche caso, infatti, potrebbe non essere necessario intervenire sulle facciate tramite cappotto termico, e questo ridurrebbe il costo complessivo dell'intervento".
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