Elicriso per bonificare i siti minerari della Sardegna
- Scritto da Anna Maria Cantarella
Lo studio di un team dell’Università di Cagliari dimostra le capacità della pianta di trattenere i metalli pesanti.
Le piante possono dare una mano a ripulire il suolo dall’inquinamento prodotto dall’uomo e in particolare la flora autoctona può essere una risorsa naturale da utilizzare per mitigare l’impatto ambientale di alcune attività umane. È quanto ha scoperto il team di ricercatori dell’Università di Cagliari, autori di uno studio pubblicato sulla rivista internazionale “Bullettin of Enviromental Contamination and Toxicology”, che dimostra come la pianta di elicriso abbia una grande capacità di trattenere zinco, piombo e cadmio a livello radicale e di limitarne la diffusione nel terreno. Tre i dipartimenti universitari coinvolti nella ricerca, insieme all’Orto botanico dell’Ateneo e il centro di conservazione della biodiversità.
I ricercatori sono partiti dalla presenza di discariche minerarie in Sardegna, come quella di Campo Pisano, a Iglesias, che hanno causato un forte impatto ambientale sul territorio dovuto al rilascio di metalli pesanti nel terreno, con ricadute negative anche sulla qualità dell’aria, del sottosuolo, delle acque superficiali e sotterranee e conseguenze che si riversano anche sulla biodiversità e la salute umana.
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Il lavoro dei ricercatori dell’Università di Cagliari ha mostrato che la pianta autoctona dell’elicriso è in grado di assorbire i metalli pesanti a livello radicale ma può anche limitare la traslocazione dei metalli negli organi epigei come il fusto e le foglie delle piante. L’elicriso inoltre è in grado di resistere a differenti condizioni climatiche grazie alla sua grande capacità di adattamento ed è quindi un ottimo alleato da utilizzare per bonificare le aree minerarie dismesse e per interventi di fitostabilizzazione.
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