Cambia il clima: crolla la produzione di olio sardo
- Scritto da Effe_Pi
Secondo le prima stime sul prodotto della stagione 2016/2017 nell'isola ci potrebbe essere una riduzione del 70%, a causa di meteo e temperature elevate.
I cambiamenti climatici rischiano di colpire pesantemente una delle più importanti produzioni agricole sarda, quella dell’olio extravergine d’oliva, che secondo le stime di previsione per la campagna 2016/17, elaborate da Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) e UNASCO, l’Unione Nazionale di Associazioni Coltivatori Olivicoli, nell’isola potrebbero calare addirittura del 70% rispetto all’anno scorso. Come quello di livello nazionale, previsto oltre il 45%, il calo della quantità di olio sardo potrebbe diventare ancora maggiore se le condizioni climatiche dovessero ostacolare le operazioni di raccolta e le temperature, ancora troppo miti, continueranno a favorire lo sviluppo di ulteriori generazioni di mosca. In Sardegna, la situazione è comunque disomogenea e distribuita a macchia di leopardo: ad esempio, nella zona di Orosei, rispetto allo scorso anno si dovrebbe registrare un 40% in meno.
Alcuni dati già si sanno perché la raccolta, che sotto il profilo della maturazione avrebbe potuto attendere ancora qualche settimana, è stata in molti casi anticipata per tutelare la qualità del prodotto presente, visto che il monitoraggio della mosca olearia continua ad indicare un po’ ovunque un ampio superamento delle soglie di danno. Il risultato deludente è dato in parte dal fatto che questo è un anno di “scarico”, ma soprattutto da un complesso di condizioni micro e macro climatiche sfavorevoli nel corso dell’annata, che hanno influito negativamente sulle produzioni, creando un contesto piovoso, fresco e umido, che ha stimolato lo sviluppo di parassiti e patogeni che sono risultati difficili se non impossibili da controllare.
Dopo i primi attacchi, le cose sono andate addirittura peggiorando nel prosieguo della stagione, con l’intensificarsi di attacchi parassitari che in alcuni casi sono risultati impossibili da contenere, con particolare danno nelle aziende a conduzione biologica. In molti casi, particolarmente nelle piccole aziende, a fronte di una produzione limitata e in parte se non del tutto compromessa, i produttori potrebbero rinunciare a raccogliere, scelta non razionale sotto il profilo tecnico ma assolutamente comprensibile sotto quello dei costi. Si può immaginare dunque che a consuntivo la produzione dell’annata 2016/17 potrebbe risultare ulteriormente ribassata. Tra le regioni, in netto calo anche la Puglia, interessata dal problema Xylella, in particolare nella zona del Salento, mentre si difendono un po’ meglio le province di Foggia e Bari: segno positivo solo in alcune zone del Centro-Nord, in particolare Toscana, Veneto e Umbria.
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