Gli incendi sardi estivi hanno ucciso milioni di api
- Scritto da Effe_Pi
Gravissimi danni alla biodiversità dai roghi boschivi secondo la Società di Geologia ambientale.
Si è parlato molto di Sardegna, alla Conferenza sulla Geodiversità svoltasi nei giorni scorsi presso la sede della Società Geografica Italiana, organizzata dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) in collaborazione con la stessa Società Geografica. A intervenire parlando del massiccio vulcanico del Montiferru è stato Giovanni Sistu dell'Università di Cagliari che per il sito dell'oristanese ha parlato di "Un incendio drammatico di enorme estensione nell'ordine dei 25mila ettari che ha portato alla devastazione della biodiversità locale e dunque di coperture boschive, oliveti ma abbiamo perso milioni di api. Un sistema raso al suolo. Dal punto di vista delle problematiche geologiche questa situazione ha esaltato il rischio idrogeologico perché la scomparsa della copertura vegetale ha portato a elementi di fragilità".
Quello che in questo momento "sta emergendo è una forma molteplice di volontariato, geologi, agronomi e biologi si stanno offrendo di indirizzare delle iniziative di intervento emergenziale per impedire che l'erosione autunnale degradi in maniera irreversibile i suoli. In questo momento stiamo vedendo molte iniziative che indirizzate da questi professionisti coinvolgono soggetti provenienti da tutta l'Isola e che si rendono disponibili un sabato o una domenica per consolidare ad esempio i versanti in un territorio interessante".
Si è parlato poi del meteo che sempre più spesso devasta i territori: "da un lato sta accadendo che i fenomeni meteorologici estremi si presentano con maggiore frequenza - ha dichiarato Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi - e molto concentrati in periodi estremi ma con molta intensità, dall'altra questi eventi estremi vanno ad impattare con un territorio che è stato violentato con un'urbanizzazione selvaggia e da uno sviluppo urbanistico e territoriale che non ha tenuto conto delle attività di prevenzione dai rischi geologici che andava fatta. Dunque uno sviluppo che è andato ad invadere gli alvei dei fiumi, è andato a costruire si versanti non stabili ed ovviamente in questo contesto di cambiamenti climatici tutto questo si evidenzia con danni maggiori e purtroppo qualche volta anche con vittime".