Termodinamico all'assalto delle campagne sarde
- Scritto da Effe_Pi
Il progetto di quattro centrali solari nell'isola contestato dagli ambientalisti del Gruppo d'intervento giuridico.
Quattro centrali solari termodinamiche in arrivo in Sardegna. Una notizia che di per sé non è negativa, come tutte quelle che prevedono l'aumento dell'energia da fonti rinnovabili, ma che suscita dubbi per le sue modalità. Il maxi-progetto è già partito, visto che lo scorso 29 novembre è stato pubblicato l'avviso relativo all'avvio del procedimento di Via (valutazione d’impatto ambientale), limitato alla sola centrale di Flumini Mannu, fra Villasor e Decimoputzu. A denunciarlo, gli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico, che contestano il piano e parlano di "assalto termodinamico al paesaggio agricolo della Sardegna, in nome di un miliardo di euro". Sarebbe questa infatti, secondo l'associazione, la portata dell'investimento del Gruppo Angelantoni in sinergia con la giapponese Chiyoda Corporation, per il progetto Archimede Solar Energy (Ase).
Dai dati raccolti dal gruppo, si tratta di quattro centrali solari termodinamiche a concentrazione, per complessivi 389 Megawatt termici: oltre a Flumini Mannu (55 MW elettrici di potenza, 237 ettari interessati) ci sono i progetti per Campu Giavesu, nel comune di Cossoine, (50 MW di potenza, 160 ettari), terreni agricoli fra Giave e Bonorva, sempre nel sassarese (50 MW e 235 ettari), e nelle campagne di Gonnosfanadiga, nel Medio Campidano (50 MW e 211 ettari). "Oltre al miliardo di investimenti - spiega il responsabile del Gruppo intervento giuridico, Stefano Deliperi – vengono sbandierati 5 mila posti di lavori diretti e indiretti".
Complessivamente, spiegano gli ambientalisti, ben 893 ettari di terreni agricoli o adibiti a pascolo sono interessati. Le contestazioni sono giuridiche ma anche strategico-ambientali: sul primo versante, l'associazione spiega che "se si tratta di un progetto unico, deve necessariamente svolgersi un procedimento di Via unico, se si tratta di un programma comprendente più progetti, deve svolgersi invece preventivamente la procedura di valutazione ambientale strategica (Vas)". Ma i veri dubbi sono altri. "Considerati i forti incentivi per la produzione di energia da fonte rinnovabile – attaccano gli ambientalisti - il minimo sarebbe l'ubicazione di tali impianti in aree industriali, già infrastrutturate e prive di valore ambientale. Questa è una battaglia campale per la nostra terra. E la combatteremo fino in fondo".