Primarie: urne aperte Civati chiude in Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Il candidato che ha concluso la sua campagna a Cagliari è rimasto senza benzina sulla 131 e ha dovuto fare autostop.
Nel giorno delle primarie del Partito Democratico, con le urne aperte anche in Sardegna, si parla molto della "disavventura" capitata ieri a uno dei tre candidati ancora in corsa per la segreteria del principale partito di centrosinistra, Giuseppe Civati, il quale è rimasto senza benzina nei dintorni di Oristano e ha dovuto fare autostop per raggiungere Cagliari, dove doveva concludere la sua campagna elttorale con il comizio finale. Il candidato, che era a bordo della Fiat Punto del coordinatore della sua campagna nell'isola, Thomas Castangia, aveva parlato nei giorni scorsi della sua campagna povera in stile "Papa Bergoglio", ma forse non credeva di arrivare a dover fare l'autostop sulla Statale 131 sarda, anche se l'evento divertente suscita simpatia ma sembra un po' una trovata pubblicitaria.
In ogni caso, Civati che compete per la segreteria del Pd con Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, ha scelto proprio la Sardegna per chiudere la campagna elettorale, e la sua scelta non sembra del tutto casuale viste le divisioni che attanagliano il centrosinistra isolano; divisioni tra le correnti del partito, tra esso e quelli che dovrebbero essere i suoi principali alleati elettorali (Sel, Centro Democratico, Sardigna Libera e altri), e in particolare i dubbi che aumentano sulla candidata prescelta per le elezioni regionali 2014, quella Francesca Barracciu che proprio nei giorni scorsi è stata interrogata nell'ambito delle indagini sulle possibili spese "improprie" di molti consiglieri regionali, nel suo caso in particolare 33mila euro di benzina prese dai fondi del gruppo regionale.
Proprio Civati sembra particolarmente dubbioso sulla candidatura della parlamentare europea che ha vinto le primarie sarde, dice infatti che se lunedì fosse il segretario del Pd chiederebbe subito "un incontro a Francesca Barracciu per capire cosa è successo", auspicando "una riflessione da parte sua e del partito in Sardegna che, se ha una propria valutazione deve proporla all'opinione pubblica, ma non è il segretario da Roma a decidere". Il candidato ha aggiunto che non si permette "di dare consigli anche perché non conosco la vicenda nello specifico e nel dettaglio. Certo è che è una vicenda scivolosa per il momento che stiamo vivendo. Le sproporzioni tra uno stipendio di un precario e quello di un consigliere regionale sono notevoli e quando la questione ha riguardato noi nel gruppo della Lombardia è stato difficile spiegare alcune situazioni, non tanto la mia personale, che era abbastanza banale, quanto il meccanismo", ha concluso l'esponente del Pd.
Più duri gli alleati, in particolare Sel e Cd che ieri hanno chiesto "un passo indietro" a Barracciu: "In gioco c'è il futuro della Sardegna, non il destino di pochi. Non possiamo permetterci di essere ambigui sui temi del programma e del rinnovamento della classe politica: il centrosinistra metta da parte i personalismi e i leaderismi e rimuova gli ostacoli verso la creazione di un progetto inclusivo e vincente". Lo hanno affermato Francesco Agus (Sel) e il deputato Roberto Capelli (Centro Democratico), dopo aver partecipato ieri a Serdiana all'incontro organizzato dall'associazione politica di don Ettore Cannavera, in passato indicato anche come possibile candidato "alternativo" del centrosinistra. "Noi pensiamo di aver fatto la nostra parte per l'allargamento e il rafforzamento della coalizione. Ora tocca al Pd".
In Sardegna, infine, Civati ha anche attaccato il concorrente Cuperlo, visto che il suo call center cagliatirano avrebbe usato i dati degli elettori delle primarie tenute l'anno scorso per fare propaganda elettorale: "secondo Cuperlo non c'è nessuna violazione della privacy e i numeri usati sono quelli usati per promuovere le normali iniziative sul territorio. Allora sono un tesserato della federazione di Cagliari, visto che hanno telefonato anche a me".