Solinas, i 120 milioni, le librerie e la furbizia
- Scritto da Effe_Pi
Il Governatore annuncia fondi e una nuova stretta ma l’85% dei malati sardi arrivano dalle strutture sanitarie e il suo sussidio non si somma a quello statale.
Dopo un avvio a molti apparso poco “dinamico” nella vicenda Coronavirus, il presidente della Regione Sardegna, Cristian Solinas, sta dando negli ultimi giorni prova di grande attività. I suoi provvedimenti più recenti contraddicono quelli del governo, che aveva dato la possibilità di riaprire ad alcuni esercizi commerciali come librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per bambini e “blindano” le spiagge impedendo in assoluto l’accesso ad esse, oltre ad imporre l’uso di dispositivi di sicurezza praticamente ogni volta che si esce di casa.
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A parte che per usare mascherine e guanti bisogna averli, e anche nell’isola come nel resto d’Italia non sempre è una “caccia” facile ed economica, la riapertura delle librerie e dei negozi per l’infanzia non sembrerebbe particolarmente rilevante in una regione per cui - per ammissione dello stesso Solinas - l’85% dei contagiati arrivano da ospedali e case di riposo. Una percentuale abnorme e drammatica, la più alta d’Italia, secondo cui i contagiati fuori da queste strutture sarebbero appena 200 su un milione e mezzo di abitanti. Un dato che lascia pensare che comunque la Sardegna sia poco colpita in generale dal virus, visto che il contagio negli ospedali ha prodotto disastri dalla Lombardia in giù, mentre per fortuna nell’isola - almeno finora - nonostante il disastro dentro il sistema sanitario i contagi di massa non ci sono stati.
Solinas ha poi annunciato in pompa magna un finanziamento da 120 milioni di euro per sostenere le famiglie sarde, con un tetto di 800 euro per una famiglia di tre persone e 100 euro in più per ogni membro aggiuntivo fino a 5. Quindi massimo 1000 euro per le famiglie numerose. Un intervento meritevole, che però parte in netto ritardo rispetto ai famosi 600 euro statali dall’Inps per lavoratori in difficoltà e partite Iva, che secondo l’istituto questo mese verranno erogati tra il 15 e il 17 aprile, quindi sicuramente prima di quelli regionali. Il problema è che gli aiuti non si possono sommare, quindi le famiglie bisognose che ricevono i 600 euro Inps, il reddito di cittadinanza, i buoni spesa o altri finanziamenti nazionali, non potranno accedere a quello regionale se non per una differenza presumibilmente di poche centinaia di euro. Diverso sarebbe stato se gli 800 euro sardi si fossero potuti sommare ai 600 nazionali, così invece sembra una sovrapposizione di fondi che forse si potevano utilizzare meglio per mettere in sicurezza ospedali e Rsa, in una terra dove - intervenendo al meglio - i problemi creati dal Covid-19 potevano essere davvero ridotti al minimo.