Mappato il Dna del Golfo di Cagliari contro l’erosione
- Scritto da Effe_Pi
Un progetto di Università cagliaritana e Regione ha visto la raccolta di circa 1200 campioni per sapere tutto il necessario agli interventi di salvaguardia delle spiagge.
Il mare della Sardegna è uno dei più ambiti al mondo in vista dell’estate, ma è sempre fondamentale salvaguardarlo, per mantenerlo magnifico come riconosciuto da tutti. A questo servono progetti come Tender Neptune (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment) dell’Università di Cagliari, che ha portato alla raccolta di circa 1200 campioni, poi archiviati e raccolti nella Banca del sedimento, che oggi costituiscono un po’ il Dna geologico delle spiagge del Golfo di Cagliari, da Villa d'Orri al Margine Rosso, nel territorio di Quartu Sant'Elena. Il team che ha tracciato questa mappa, guidato dal docente di Morfodinamica e conservazione dei litorali Sandro Demuro, ha anche avviato una rete di monitoraggio basata su sistemi di misura, ad alta tecnologia, delle coste, delle masse d'acqua e dei fondali marini del golfo.
LEGGI ANCHE | Mare: a Cagliari spiagge pulite e acque limpide
Un lavoro monumentale, i cui risultati sono stati presentati stamane e che sarà inestimabile per qualsiasi azione di ripristino dei litorali e di prevenzione dell'erosione costiera. Durante la campagna, cui hanno concorso quattro laureandi e due dottorandi di alta formazione, sono state piazzate boe attrezzate con correntometri e ondametri, anche sperimentali. Stazioni di rilevamento video e meteo posizionate sulla sella del Diavolo e sull'Ospedale Marino, grazie agli spazi concessi da Marina militare e Assl di Cagliari) hanno rilevato importanti parametri, come la direzione e l'intensità del vento, fronti d'onda, zone di frangenza e sormonto delle onde. La notizia negativa della giornata è invece che su un totale di 72 Comuni costieri dell'Isola, allo stato attuale sono solo 16 quelli dotati di un Piano di Utilizzo del Litorale (Pul) vigente; altri 23 l'hanno adottato ma non ancora approvato, mentre ben 33 Comuni non l'hanno neppure adottato.
"Sono troppi", ha commentato l'assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, intervenendo alla Conferenza conclusiva del progetto finanziato dalla Regione. "Il confronto di oggi con ricercatori e operatori ci permette di capire meglio il fenomeno dell'erosione e i necessari strumenti che dovremo introdurre nella pianificazione per la tutela delle coste e, in particolare, delle spiagge della Sardegna - ha spiegato Erriu - la scienza ci mostra alcune strade percorribili, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale". Proprio per questo motivo "stiamo cercando di sensibilizzare i Comuni che non l'hanno fatto, ad accelerare le procedure per l'adozione del Pul". L’assessorato infatti si propone di aiutare i Comuni “nella gestione complessa del litorale, con un nuovo approccio flessibile basato, oltre che su interventi di salvaguardia, controllo dei flussi e dei comportamenti, anche sull'educazione."