Spazio: dalla Sardegna le tecnologie per vivere su Marte
- Scritto da Effe_Pi
Un gruppo di ricercatori sardi sta brevettando una serie di tecnologie per la sopravvivenza sul pianeta rosso, che secondo molti è ormai a portata di conquista.
In futuro probabilmente l’umanità arriverà su Marte, e tra le tecnologie che verranno usate per sopravvivere sul pianeta rosso potrebbero essere di grande aiuto quelle brevettate da un gruppo di ricercatori sardi. Sembra l’incipit di un romanzo di fantascienza, invece è un argomento di grande attualità, dopo che il milionario visionario Sudafricano Elon Musk (proprietario di PayPal) ha deciso di investire decine di milioni di dollari ogni anno per trasformare i terrestri nei veri marziani: l’astronave per andare fin lassù è già in fase di costruzione, come annunciato dallo stesso Musk all'International Astronautical Congress tenutosi a Guadalajara in Messico, e dalla Sardegna potrebbe arrivare il resto.
Ricercatori dell’Università di Cagliari, del Cnr e del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna, coordinati da Giacomo Cao, sfruttando un finanziamento di appena 50mila euro ricevuto dall’Agenzia Spaziale Italiana hanno sviluppato in pochi anni (a partire dal 2010), nell’ambito del progetto COSMIC, due interessanti processi che consentono rispettivamente di ottenere elementi strutturali, “mattoncini”, impiegando suolo marziano e di garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili su quel pianeta per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile. Queste domande di brevetto sono state concesse o sono in fase di concessione e di nazionalizzazione in Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Cina, Giappone, Russia e naturalmente Italia, a dimostrazione della realistica innovazione rappresentata dalle tecnologie finora sviluppate.
Aspetto importante da rilevare è che la quota dei diritti sui due brevetti di proprietà dell’Università di Cagliari, pari rispettivamente al 50 e al 30%, è transitata nei giorni scorsi, per il tramite degli inventori dipendenti dell’Ateneo, dalla stessa Università al DASS, Distretto AeroSpaziale della Sardegna, che è una società con sei soci pubblici e 19 privati la quale, tra le altre cose, sviluppa nuove tecnologie per l’esplorazione robotica e umana di Luna, Marte e Asteroidi, incluse le implicazioni biologiche e mediche e le sperimentazioni su volo parabolico e stazione spaziale orbitante, che in sinergia con gli altri attori italiani del settore, può portare il Paese a giocare un ruolo rilevante nell’esplorazione dello spazio profondo. “La creazione di una task force nazionale per l’esplorazione dello spazio finanziata dall’Asi e/o dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali ovvero dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio", ha detto il presidente del DASS Giacomo Cao "che metta a sistema tutte le competenze presenti nel Paese, non è più procrastinabile se si vuole contribuire nello scenario internazionale in un settore così strategico per il futuro dell’umanità”.