Regione: inchiesta sul concorso per giornalisti
- Scritto da Effe_Pi
Presunte irregolarità nello svolgimento della selezione sarda per addetti stampa professionisti.
Polizia giudiziaria nel palazzo della regione di via Roma, a Cagliari, nell'ambito delle indagini sul concorso per quattro addetti stampa da assumere al Consiglio regionale. Fin dall'inizio la selezione per posti a tempo indeterminato, avviata a gennaio del 2012, aveva destato molti sospetti tra i giornalisti intressati a partecipare: incongruenze, stranezze e limitazioni erano presenti già nel bando firmato dalla presidente Claudia Lombardo, come il requisito di essere iscritti all'albo dei professionisti da almeno cinque anni, che tagliavano fuori quasi tutti i colleghi più giovani, o anche la richiesta di aver lavorato per almeno tre anni continuativamente per la stessa testata, altro aspetto che da subito è sembrato "su misura" per qualche cronista magari proveniente dai principali media sardi.
Tutti aspetti segnalati al sindacato dei giornalisti e all'Ordine da diversi colleghi esclusi, che oggi finiscono sotto la lente della magistratura, a seguito di una serie di esposti che denunciavano irregolarità, anche nello svolgimento delle prove. La Polizia ha chesto agli uffici regionali competenti copia conforme di tutta la documentazione relativa al concorso, acquisendo anche domande e curricula dei primi sei candidati risultati idonei nella graduatoria finale. L'inchiesta, come detto, è stata aperta dalla Procura della Repubblica di Cagliari a seguito di una serie di esposti anonimi che segnalavano ai giudici presunte irregolarità.
Il fascicolo, affidato al Pubblico Ministero Marco Cocco (lo stesso delle inchieste sulle spese dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale che hanno portato a tre arresti nei giorni scorsi), era stato così aperto senza ipotesi di reato, e lo scorso marzo sono stati acquisiti i primi documenti disponibili. Dopo l'assegnazione definitiva dei punteggi ai concorrenti, di recente l'inchiesta si è arricchita delle denunce di quattro giornalisti che hanno riferito agli inquirenti di presunte anomalie nello svolgimento della prova. Da qui è nato l'intervento di ieri alla Regione, che potrebbe portare a una svolta dell'inchiesta, anche se ancora una volta si è dovuto ricorrere alla magistratura per verificare la correttezza di atti pubblici a disposizione di molti se non di tutti.