Boom in quarantena delle estetiste abusive in Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
La denuncia di Confartigianato: nell'isola sono almeno 1400 gli itineranti non riconosciuti che continuano l'attività aumentando i rischi di contagio da Coronavirus.
L'emergenza coronavirus non ferma gli irregolari nel settore degli acconciatori, estetiste e operatori della pedicure e manicure, che anzi sembrano proliferare in assenza di quelli autorizzati, che sono chiusi proprio per evitare il rischio contagi. Secondo Confartigianato un esercito in Sardegna di 1.400 abusivi che continuano la propria attività offrendo "servizi itineranti e a domicilio" per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici.
"In questo momento in cui le attività devono rimanere chiuse- denuncia Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - è sconcertante come certe persone si rivolgano clandestinamente ad abusivi e irregolari, che non esitiamo a definire criminali e che devono essere puniti severamente insieme a chi li utilizza. Questa emergenza dovrebbe insegnare una volta per tutte che non si rischia con la vita".
Dagli ultimi dati elaborati dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat e Mef del 2019, nell'Isola si registrano 3.384 imprese regolari nel settore dei servizi di acconciatura e altri trattamenti estetici. Tra queste, 2.886 sono imprese artigiane che occupano in totale 5.124 addetti. Per combattere gli irregolari, Confartigianato lancia una campagna social di "vicinanza" alla clientela e di"attenzione" verso l'abusivismo, oggi ancora più pericoloso". Quattro gli slogan che verranno pubblicati nei prossimi giorni sui social e portali dell'associazione artigiana: "Non per il nostro interesse, ma per la salute di tutti", "Se non l'avevi capito prima, oggi l'abusivismo fa ancora più male!", "Non vediamo l'ora di prenderci cura di te", "Rimani a casa: la bellezza è rimanere anche nelle proprie famiglie". La campagna verrà accompagnata dagli hashtag #staiacasa e #andratuttobene.
Foto | madame.furie su Flickr