Treni decrepiti e tariffe più alte per i pendolari sardi
- Scritto da Effe_Pi
Il report Pendolaria di Legambiente denuncia la drammatica situazione dei trasporti interni nell’isola, intanto chiude dopo 127 anni la linea Nuoro – Macomer.
Tagli alle linee, aumento delle tariffe e treni sempre più vecchi a rischio guasti. È questa la situazione per i pendolari sardi e italiani che ogni giorno sono costretti a usare le linee ferroviarie per andare al lavoro: la fotografia di una situazione drammatica, specie nelle regioni più colpite dalla crisi economica come la Sardegna, arriva da Legambiente con il rapporto Pendolaria 2016, in cui l’associazione ambientalista denuncia lo stato tragico dei treni più utilizzati nel nostro paese, stilando anche una classifica delle “10 linee pendolari peggiori” d’Italia. La situazione sarda, già grave, deve essere però aggiornata in peggio, visto che è di questi giorni la notizia della chiusura, dopo 127 anni, della linea Nuoro – Macomer gestita da Arst; la decisione arriva per motivi di sicurezza (servono casellanti nei passaggi a livello e un secondo macchinista nella cabina di guida) ed è stata decisa dal Ministero dei Trasporti su impulso dell’Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria. Una sospensione della linea che ci si augura sia temporanea ma ha portato a dure reazioni di sindacati e passeggeri, da questa settimana costretti all’uso degli autobus sostitutivi.
Taglio ai servizi e tariffe in rialzo nell'isola
Secondo Pendolaria, negli ultimi 6 anni nell’isola le tariffe sono state aumentate del 9%, a fronte di un taglio dell’un per cento dei servizi, e le corse che vengono effettuate ogni giorno sono appena 300 (118 di Arst e 182 di Trenitalia), a fronte delle 905 della Puglia, le 851 della Toscana e le 884 del Piemonte, per fare solo qualche esempio. Inoltre, i treni che circolano in Sardegna sono pochi e tra i più vecchi d’Italia, visto che il 72,4% degli appena 87 convogli presenti sulle nostre ferrovie è in servizio da più di 15 anni: da questo punto di vista fanno peggio solo regioni molto piccole come Umbria e Molise. Ogni giorno sono circa 3 i milioni di pendolari che in tutta Italia si spostano in treno per raggiungere i posti di lavoro e di studio tra carrozze sovraffollate, degrado, ritardi. Legambiente denuncia quindi “l’inadeguatezza del servizio, proponendo soluzioni concrete per un trasporto ferroviario regionale e locale moderno, al passo con l’Europa”. La peggiore linea pendolare in assoluto sul territorio nazionale sarebbe la Roma – Lido, seguita dalla Circumvesuviana e dalla Reggio Calabria – Taranto.
Foto: Luigi Torreggiani su Flickr