Ladri di banane, omicidi via Facebook e altri mostri
- Scritto da Effe_Pi
Sempre più episodi sorprendenti in quest'epoca e molti anche provenienti dalla Sardegna, dagli omicidi nati da una lite su Facebook al prete che denuncia un ladro di banane.
L’inizio del 21esimo secolo è un’epoca strana, in cui da un lato si è toccato il massimo della tecnologia mai disponibile per l’essere umano “comune”, almeno nei paesi sviluppati, ma dall’altro si hanno gravi segnali di regressione che portano indietro di decenni quando non di secoli, segnali che spesso si sviluppano con l’importante contributo di tecnologie come internet.
Oggi possiamo quindi comprare qualsiasi cosa sul web, e qualsiasi cosa significa anche armi, droga pesante o addirittura un killer, possiamo conoscere via chat possibili partner e amanti, ma anche visualizzare i video più intimi di persone che non sanno nulla di questa esposizione e vengono sottoposte a una terribile gogna telematica, possiamo avere informazioni su pareri legali o sentenze tramite siti internet, ma anche essere condannati prima del primo grado da un tribunale “social” più spietato e violento della Santa inquisizione.
La Sardegna è una terra che ultimamente è stata protagonista di alcune situazioni che fanno risaltare le contraddizioni della società contemporanea, a partire dalla richiesta dei genitori dei bambini in una scuola religiosa di Cagliari, che non volendo due piccoli profughi in classe coi loro figli hanno spinto i gestori dell’istituto a “sperimentare” bagni separati per i bimbi stranieri.
Ma gli esempi sono tanti, eccone tre, di diverso genere e com’è ovvio di peso e gravità differenti, ma che vedono protagonisti la tecnologia e le contraddizioni di quest’epoca:
La sottosegretaria e i muretti a secco
La campagna elettorale sul Referendum costituzionale infuria, e al di la delle ragioni del Sì e del No alla riforma fortemente voluta dal Premier Renzi, sembra che si stia andando un po’ sopra le righe, specie sui social. Nei giorni scorsi, l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha annunciato che voterà No, in dissenso col partito, e la sua compagna nel Pd e sottosegretaria alla cultura, la sarda Francesca Barracciu, ha scritto su Twitter che questo tipo di “gioco” in Sardegna è definito il gioco dello “sparare da dietro un muretto a secco” e sarebbe “tipico degli infami”.
Il prete che denuncia il povero
Ad Alghero si è creato il paradosso di un parroco che ha denunciato un uomo di 42 anni, Roberto Pais, reo di essersi intrufolato in una stanza attigua alla sagrestia della chiesa di Santa Maria Goretti per impadronirsi di alcune banane, una scatoletta di tonno e del vino (tutti consumati sul momento). Insomma, quello che sembra il classico furto “per fame”, quantificabile in una decina di euro scarse, ma che ora ha visto lo sfortunato algherese costretto a presentarsi in tribunale, visto che è stato proprio il prete della chiesa, vittima della sottrazione, a denunciarlo.
L’omicidio arriva via Facebook
Nel quartiere cagliaritano di Is Mirrionis, ieri pomeriggio, un giovane di 24 anni ha ucciso Alessandro Picci, 47 anni, per un post su Facebook, pubblicato da un conoscente sulla sua bacheca. Il post in questione aveva causato un pesante litigio, nel quale il giovane, poi arrestato insieme al padre che avrebbe concorso al delitto, aveva avuto la peggio. Martin Aru, questo il nome del 24enne, sarebbe poi tornato a vendicarsi in compagnia del genitore, ma il colpo di pistola esploso verso il conoscente protagonista del litigio ha colpito (e ucciso) Picci, che si trovava a passare lì per caso.
Foto: Pixabay | CC0 Public Domain