ZONA FRANCA: LA POLITICA SARDA SI SPACCA
- Scritto da Effe_Pi
Sit-in a Roma e manifestazione ad Oristano ma l'opposizione si sfila.
Il mondo politico sardo si spacca sulla Zona franca integrale. La concessione di vantaggi fiscali all’isola, che richiede una modifica dello Statuto regionale, sembra essere diventata la principale bandiera da sventolare da parte della giunta guidata da Ugo Cappellacci, a meno di un anno dalle elezioni, mentre le opposizioni si mostrano tutte scettiche, con varie sfumature, sulla credibilità del governo regionale nel portare avanti la proposta e sulla stessa importanza di avere una Zona franca in Sardegna.
Di sicuro si è creato sul territorio un movimento che porta avanti questa rivendicazione, chiedendo la cancellazione “di Iva e accise”, la “fine della burocrazia”, la creazione di “posti di lavoro per tutti” e l’istituzione di “trasporti agevolati”: il tutto attraverso la Zona franca. Sul sito ufficiale si ricordano poi “i 150mila posti di lavoro” creati in 5 anni nelle zone franche di Tangeri e Port Said, il fatto che “il 78% dei paesi sardi è in via di spopolamento” e che “il 63%” del Pil cinese è creato nelle sue aree ad esenzione fiscale. Ma alla Sardegna bastererebbe la Zona franca per arrivare a questi obiettivi? In teoria, questo istituto, che riguarda sopratutto le imposte sui beni di consumo, potrebbe rendere più conveniente l'acquisto nell’isola di alcolici, tabacchi, profumi, zucchero e soprattutto carburanti.
Chi invece è convinto che sarebbe una sorta di panacea dei problemi dei sardi è il governatore Cappellacci, in prima fila stamattina ad un sit-in sull'argomento davanti Montecitorio, per il quale ha chiamato a raccolta tutti i sindaci sardi, chiedendo il sostegno del Governo, che deve prendere atto della piattaforma di richieste e “aprire un tavolo che possa in tempi rapidi concedere alla Regione ciò che le spetta”, visto che in gioco “c'è la possibilità di un nuovo ciclo di sviluppo per tutta la Sardegna''. A sostegno della manifestazione romana si è svolto anche un corteo, ad Oristano, cui hanno partecipato centinaia di cittadini arrivati da tutta l’isola, per appoggiare le richieste della Giunta e del comitato.
Più scettiche le opposizioni, dalla sinistra al Movimento 5 Stelle, che con toni vari criticano i passi di Cappellacci: in un intervento sul blog di Beppe Grillo, di cui non si comprende bene l’autore (il deputato Andrea Vallascas o Nicola Di Cesare?), si sostiene che la Zona franca integrale “in realtà non sarebbe realizzabile, almeno ai sensi della normativa vigente”, e si considera la delibera della Giunta regionale in materia un “caso clinico” di natura giuridica, ricordando il rischio di “un contenzioso con lo stato Italiano e con l'UE, che sarebbe già perso in partenza”.
Il Partito democratico ha invece organizzato, per questo pomeriggio, una vera e propria “contromanifestazione” al T-Hotel di Cagliari, ricordando che chi “governa le istituzioni ha il dovere morale della verità”. In particolare, secondo il segretario regionale Silvio Lai, si devono “trovare le soluzioni praticabili, non vestire i panni del Savonarola” accusando i sindaci che dissentono da quella che secondo Lai è solo “campagna elettorale” di Cappellacci e del centrodestra.
Duro anche il coordinatore regionale di SEL, Michele Piras, che non è convinto né dal “merito della proposta né dal modo attraverso la quale è stata promossa", visto che all’isola servirebbe "una politica attiva per lo sviluppo e per il lavoro e solo dopo una politica di fiscalità di vantaggio, che sostenga un progetto organico". Piras si chiede “attraverso quali nuove tasse o nuovi tagli si recupererebbero le minori entrate Iva, nel caso in cui fosse veramente realizzata la cosiddetta zona franca integrale".