Primavera delle università: atenei italiani mobilitati contro l’austerity
- Scritto da Carla Scopa
Invertire la drastica deriva al definanziamento dell’Università che mette a rischio gli Atenei, con questo obiettivo il 21 marzo è stata indetta la primavera delle università in tutta Italia.
Di Carla Scopa
La Conferenza dei Rettori Italiani (CRUI) ha promosso per il 21 marzo 2016 una giornata di mobilitazione nazionale "Per una nuova primavera delle Università", contro il declino degli atenei e della qualità della ricerca. A Cagliari la giornata è cominciata alle 10,30 con una passeggiata, non corteo che denota chiusura - puntualizza la Prof.ssa Del Zompo - alla quale hanno preso parte oltre 4mila persone partite dal Rettorato per giungere al Palazzo Civico di via Roma, dove nella Sala del Consiglio comunale i partecipanti sono stati accolti dal sindaco Massimo Zedda e dal presidente del Consiglio comunale Goffredo Depau. Prevista alle 16 – nell’Aula Magna di Palazzo Belgrano in via Università - la conferenza dal titolo “Per una nuova primavera dell’Università in difesa del diritto all’alta formazione e del ruolo strategico della ricerca pubblica”, si è aperta nel ricordo delle 13 studentesse Erasmus, tra cui sette italiane, che hanno perso la vita nel tragico schianto del bus in Spagna del 20 marzo. Il Prorettore all’innovazione e alla semplificazione amministrativa, Pietro Ciarlo, è stato il moderatore dell'incontro. Dopo i saluti istituzionali del Prorettore vicario, Francesco Mola, è intervenuta l'assessore regionale all'istruzione Claudia Firino, che ha esortato a far sentire il grido d'orgoglio, più che di dolore, della nostra isola rilanciando l'appello alla collaborazione tra atenei chiedendo di mostrare la nostra specificità.
Poi è stata la volta del prof. Gianfranco Viesti (Università degli Studi di Bari Aldo Moro) che ha tenuto la relazione “L’Università in declino” e del prof. Mauro Fiorentino (Università degli Studi della Basilicata), “La questione meridionale dell’Università: una vera emergenza!”. Prof.Viesti ha rimarcato i progressivi ed indiscriminati tagli del 20% al fondo per l'università dal 2008 al 2015; le debolezze italiane: i tempi di laurea, la bassa percentuale di brevetti ed il ridotto numero di studenti stranieri. Una stima della spesa pubblica per l’istruzione universitaria per abitante mostra che ammonta a 332 euro in Germania; 305 euro in Francia; 157 euro in Spagna, a fronte di 117 euro al Centro Nord dell’Italia e 99 euro nel Meridione*. I dati 2012-2014* - prosegue ancora il professore nella sua analisi territoriale del sistema universitario italiano certificano Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna ultime fra le regioni UE per giovani laureati in rapporto alla popolazione 30-34 anni. Prof. Fiorentino ha citato Don Milani «Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali», rimarcando il bisogno di andare oltre le valutazioni dell'Anvur.
Raffaele Paci con la sua Giunta ha dichiarato che saranno in tutto 12 milioni di euro le risorse messe a disposizione delle politiche universitarie e del diritto allo studio nell'isola. Alberto Scanu, presidente di Confindustria Sardegna, ha parlato dell'importanza di attuare un piano industriale nel quale il tema della cultura sia inserito di prepotenza e di come nella nostra terra possa svilupparsi una industria manifatturiera 4.0. Il presidente del Consiglio degli Studenti, Giuseppe Esposito ha spiegato che il decreto sulla ripartizione dei ricercatori firmato dal ministro Stefania Giannini ne assegna 861, a tempo determinato, ma la Sardegna ne vede solo 23. In tarda serata nel suo intervento conclusivo, la Del Zompo ha toccato tutti i punti principali legati al mondo dell'istruzione e della cultura dell'ateneo. "Non siamo di serie B e non vogliamo chiudere”. Il rettore fa notare il trend positivo del +8 per cento di studenti immatricolati nel 2015, "segno che l’investimento sullo studio è sempre più sentito". Alla passeggiata dal Rettorato al Comune "la città intera ci ha chiesto di non mollare", sottolinea il Magnifico, "il sistema universitario italiano è binario: didattica e ricerca nella stessa istituzione, unico modello per crescere bene, in maniera intelligente e consapevole. Si chiede di valutare il nostro miglioramento, la nostra istituzione ed insieme alla Giunta regionale e agli studenti possiamo vincere questa battaglia".
Dati del Public Funding Observatory della European University Association
Fonte: Commissione Europea 2014